SERIE B

Zeman, col Cittadella 300ª panchina in B 

Il tecnico ha vinto due campionati cadetti con Pescara e Foggia sotto il segno di gol, divertimento, spettacolo

PESCARA. Gol, divertimento, spettacolo. Emozioni che hanno quasi sempre accompagnato la carriera di Zdenek Zeman. Nella passata stagione, per la precisione lo scorso 4 marzo, l’allenatore del Pescara ha festeggiato le 1.000 panchine in carriera allo stadio Ferraris di Genova contro la Sampdoria e tutti i media nazionali gli hanno reso onore. Il Delfino non è riuscito a evitare la sconfitta contro i blucerchiati del giuliese Marco Giampaolo nello stadio dove, sotto la guida del boemo, conquistò la promozione in A il 20 maggio 2012.
Stavolta Zeman spera in un epilogo diverso. Domenica (ore 12,30) contro il Cittadella il tecnico di Praga collezionerà la 300ª panchina in serie B. Un altro traguardo di prestigio per il tecnico che ha vinto il campionato cadetto due volte. Una, appunto, al timone del Pescara nel 2012, l’altra nella stagione 1990-91 con il Foggia. Tra gli allenatori delle squadre che partecipano al campionato 2017-18 solo Zeman e altri tre hanno conseguito almeno una promozione in serie A. Oltre a Sdengo, l’allenatore dell’Avellino Walter Novellino (ben quattro ascese in massima divisione con Venezia, Napoli, Piacenza e Sampdoria), quello della Cremonese Attilio Tesser (un successo col Novara) e Fabrizio Castori del Cesena che due anni fa portò il Carpi in serie A.
Zeman spera di conquistare la A per la terza volta, anche se non sarà facile battere il record del Pescara 2011-12. Il Pescara di Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e Marco Verratti resta la squadra con la media punti più alta di tutte quelle guidate in carriera dal boemo. Chiuse il torneo a quota 83 (26 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte in 42 match) con una media di 1,97 punti a partita. Meglio del Foggia del mitico tridente composto da Roberto Rambaudi, Francesco Baiano e Giuseppe Signori che venne promosso in A nel 1991 con 21 successi, 9 pareggi e 8 ko in 38 gare (media punti 1,89). Il Delfino ebbe un rendimento migliore anche in fase realizzativa terminando il campionato con 90 reti all’attivo (2,14 a partita) contro le 67 reti (1,76 a gara) del Foggia. Nemmeno il cammino del Licata, che sotto la guida dell’allenatore di Praga conseguì la prima promozione in serie C1 della sua storia nel 1985, fece registrare numeri così soddisfacenti come quelli dei biancazzurri. La squadra siciliana si piazzò al primo posto con 58 punti in 34 partite (media 1,73 a gara) con 15 vittorie, 14 pareggi e 5 sconfitte. Le reti segnate furono 58 (1,70 a partita).
La sfida di domenica contro il Cittadella sarà la 300ª panchina in B e la 1021ª in totale per Zeman. «Mi sembra di aver iniziato ieri con le panchine tra i professionisti», ha detto il boemo lo scorso marzo nel giorno in cui festeggiò il 1.000° gettone. Poco prima di compiere 70 anni, lo scorso febbraio, Zeman ha accettato la proposta del Pescara rimettendosi in gioco in una situazione disperata. Non è riuscito ad evitare la retrocessione, ma ora è intenzionato a riportare il Delfino nella massima serie. Non è detto che la sua seconda esperienza in terra abruzzese sia l'ultima tappa della sua carriera. A chi gli ha chiesto quando smetterà di lavorare sul campo ha già risposto con questi termini: «Spero di convincere i miei critici che posso durare fino a 80 anni, magari chi mi contesta ha ragione ma spero di smentirlo». Ora, dopo 7 match, il Pescara è settimo in classifica con 10 punti, ma vanta già il migliore attacco con 15 reti all’attivo. Quella in corso è la 36ª partecipazione al torneo di B nella storia del club adriatico che conta sei promozioni in serie A. Zeman proverà a centrare il secondo salto di categoria alla guida del Delfino, un’impresa che finora è riuscita soltanto a Giovanni Galeone (1986/87 e 1991/92).
E se dovesse regalare un’altra gioia ai tifosi biancazzurri stavolta resterà al timone della squadra, o almeno è questa la speranza della dirigenza e di tanti sportivi. In fondo, il rammarico più grande legato all’addio di quell’estate del 2012, quando Zeman firmò per la Roma, fu proprio quello di non aver potuto vedere in serie A il Delfino allenato dal boemo. Chissà, forse la storia sarebbe stata diversa...
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