Teramo

È cieco ma spala la neve, assolto perché non c'è truffa: "Vede ombre, ha diritto alla pensione"

Cade l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’Inps: l’anziano è fortemente ipovedente, ha una certa autonomia ma ha diritto all'invalidità

TERAMO. Non è un falso cieco, ma un anziano fortemente ipovedente che, a causa di questa forte menomazione, ha tutto il diritto di percepire la pensione riservata a chi è totalmente non vedente. In una clima di forte riprovazione sociale verso i falsi invalidi – più che giustificato dai tanti casi scoperti dagli inquirenti e di cui la cronaca si occupa quasi quotidianamente – è probabilmente destinata a far discutere la sentenza pronunciata ieri dal giudice del tribunale di Teramo Roberto Veneziano che ha assolto «perché il fatto non sussiste» un ottantenne teramano, Palmino Chiappini, imputato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

leggi anche: Teramo, finto cieco scoperto mentre spala la neve: percepisce da cinque anni la pensione di invalidità Teramano di 80 anni indagato per truffa ai danni dello Stato. Gli investigatori della Guardia di Finanza lo hanno pedinato per giorni e fotografato mentre spala la neve. Le indagini proseguono sugli esami medici

I falsi invalidi suscitano indignazione, ma, stando alla sentenza, la persona giudicata ieri non rientra in questi casi. Nella sentenza di assoluzione il giudice ha anche ordinato che all’anziano vengano immediatamente restituiti i quasi 77mila euro che gli erano stati sequestrati durante le indagini, all’incirca la somma che avrebbe indebitamente percepito dall’Inps riscuotendo per anni la pensione riservata ai ciechi totali, alla quale non avrebbe avuto diritto.

Ed è su questo aspetto che ha insistito durante il processo l’avvocato Silvana Mariotti in rappresentanza dell’Inps – l’istituto si è costituito parte civile – ricordando le testimonianze emerse nel dibattimento e durante le indagini, stando alle quali l’anziano sembrava potersi muovere liberamente, per esempio spalando la neve davanti a casa sua (come immortalato nelle immagini scattate dalla Finanza durante l’inchiesta), recandosi dal medico senza essere accompagnato, firmando documenti e svolgendo altre attività legate alla vita quotidiana.

I risultati dell’indagine sono stati però fortemente contestati dal difensore dell’anziano, l’avvocato Renzo Di Sabatino, secondo il quale l’accusa si è basata solo su tre testimonianze e quattro fotografie, «scattate peraltro vicino ad ambienti di vita del’imputato». Il legale ha ricordato che la legge equipara ad un cieco assoluto anche chi ha un fortissimo deficit visivo come quello lamentato dall’anziano, che non vede completamente da un occhio e vede pochissimo dall’altro.

«Qui siamo di fronte a un signore» ha detto tra l’altro il difensore dell’imputato,«che vede solo luci ed ombre e questo gli consente una certa autonomia di movimenti: di cosa lo si accusa dunque?». Non c’è stata alcuna truffa, ha concluso Di Sabatino e dello stesso avviso è stato il giudice che ha mandato assolto l’anziano. Sulla base di quali argomentazioni lo si saprà solo leggendo le motivazioni della sentenza.

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