A giudizio gli impiegati assenteisti

Timbravano ed uscivano dallo Zooprofilattico, in tre accusati di truffa aggravata

TERAMO. Assenteismo allo Zooprofilattico: in tre a processo. Il gup Marina Tommolini ha rinviato a giudizio per truffa aggravata Giuseppe Molino e Antonio Cipro, impiegati, e, in concorso, il dirigente amministrativo Paola De Flavis che, per l'accusa, non avrebbe controllato. Assolto Giovanni Carusi, ex segretario generale dell'istituto, da poco andato in pensione. Nei suoi confronti, indagato in concorso, il gup ha disposto il non luogo a procedere. Per gli altri tre, invece, il processo inizierà il 14 gennaio davanti al tribunale in composizione collegiale. L'inchiesta del sostituto procuratore Serena Bizzarri risale all'anno scorso, quando il comando provinciale della guardia di finanza avviò le indagini per accertare casi di assenteismo tra i dipendenti dell'istituto.

I finanzieri per mesi hanno pedinato e sorvegliato i due impiegati appuntando meticolosamente gli orari di ingresso e uscita dall'istituto zooprofilattico, per avere prove considerate inconfutabili. E poi li hanno denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato. Tutto è iniziato nel 2008 quando alle Fiamme gialle arrivarono delle segnalazioni molto circostanziate su dei casi di assenteismo allo Zooprofilattico. In sostanza si parlava di alcuni dipendenti che entravano, passavano il tesserino magnetico (badge) nell'orologio marcatempo e poi uscivano senza stimbrare. Da qui è partita l'attività investigativa, portata avanti sotto la direzione della procura di Teramo, con appostamenti, pedinamenti e video-riprese. Ore e ore di controlli fatti sia all'esterno che all'interno dello Zooprofilattico che avrebbero confermato il via vai dei due impiegati assenteisti.

Secondo l'accusa, che sarà tutta da provare nel corso del processo, i due dipendenti non appena timbrato il proprio badge di ingresso, andavano via per fare faccende più svariate senza mai passare il cartellino magnetico in uscita. In un caso il tutto è avvenuto anche con l'uso dell'auto dell'ente senza autorizzazioni e per fini del tutto privati. E per questo uno dei due deve rispondere anche di peculato. E dai controlli incrociati della guardia di finanza all'interno dell'istituto con i registri delle presenze risultava che per l'ente i due erano sempre presenti, per cui sono sempre stati pagati a stipendio pieno. Non a caso oltre alla procura di Teramo, è stata interessata anche la Corte dei Conti dell'Aquila, per il recupero delle somme indebitamente percepite dai due.

I due dirigenti erano stati indagati perchè per l'accusa non avrebbero controllato i dipendenti. Accusa per il momento rimasta in piedi solo per la donna. Durante le indagini la Finanza aveva scoperto anche altri casi di assenteismo, ma episodi, legati a contingenze. Su questi casi la magistratura aveva deciso di non procedere. Giovanni Carusi era assistito dall'avvocato Cataldo Mariano, Antonio Cipro dagli avvocati Luisa Mancinelli e Aldo Ambrogi, mentre Giuseppe Molino e Paola De Flavis dall'avvocato Gennaro Lettieri. (d.p.)

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