ospedale

A Teramo cardiochirurgia decolla, partono gli interventi mini invasivi

Il bilancio dell’attività a due mesi dall’arrivo del nuovo primario: le operazioni aumentano del 38%
Di Eusanio: «Ora sostituiamo e ripariamo le valvole attraverso incisioni di soli quattro centimetri»

TERAMO. Il reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Teramo diventa punto di riferimento per la chirurgia mini invasiva della valvola aortica. Tanto che il primario del reparto, ha da poco tenuto una lettura magistrale su questa tecnica innovativa in un convegno a Tokyo. Marco Di Eusanio, 42 anni, ha preso servizio al Mazzini il 1° maggio. E come effetto del suo arrivo il numero degli interventi è aumentato in due mesi del 38%.

Più interventi, dunque, e anche con tecniche innovative. «La chirurgia valvolare aortica e mitralica sta subendo innovazioni rivoluzionarie sul piano tecnico e tecnologico. Oggi siamo in grado di sostituire o riparare le valvole attraverso incisioni toraciche di solo 4-5 centimetri», spiega Di Eusanio, «un approccio questo che riduce considerevolmente il trauma dell'intervento e che si associa quindi a un più rapido recupero funzionale post operatorio oltre che a un notevole grado di soddisfazione del paziente che sente maggiormente rispettata l'integrità del proprio torace. In cardiochirurgia disponiamo di protesi aortiche che, potendo essere impiantate senza suture, semplificano e velocizzano gli interventi eseguiti attraverso piccole incisioni toraciche. Questo tipo di approccio, meno invasivo, è particolarmente interessante per i pazienti più anziani, più gravi e con comorbidità (cioè con più patologie, ndr), che con un intervento tradizionale avrebbero un maggiore rischio operatorio».

E ora tutto questo è possibile anche al Mazzini. «Il dipartimento cardiovascolare del nostro ospedale non ha nulla da invidiare ai centri più blasonati a livello nazionale e internazionale nel trattamento delle malattie valvolari del cuore; a Teramo siamo in grado di applicare tutti gli approcci, i più moderni, in linea con le più recenti linee guida internazionali», rimarca il primario. Chirurgia tradizionale, dunque, accanto alla mini invasiva ma anche a procedure percutanee. «Queste ultime, riservate a pazienti ad alto rischio o a quelli non proponibili per intervento chirurgico tradizionale, sono eseguite nelle sale di emodinamica dai colleghi cardiologi», specifica Di Eusanio, «oggi si può fare una buona medicina solo se le scelte terapeutiche scaturiscono da un approccio multidisciplinare. La cardiologia e la cardiochirurgia di Teramo hanno sempre rappresentato un esempio spontaneo di eccellente cooperazione tra professionisti. Quest' approccio, volto alla collaborazione e alla condivisione delle scelte (chiamato “heart team”) è necessario per affrontare al meglio la sempre maggiore complessità dei nostri malati cardiopatici».

E il team è ora una realtà: tutti i casi sono discussi collegialmente all'interno del dipartimento. Cardiologi, chirurghi e anestesisti lavorano insieme per definire la miglior scelta terapeutica per ogni paziente. «E’ un processo decisionale», spiega il cardiochirurgo, «che dà più garanzie a tutti, al paziente che ottiene più opinioni, ai professionisti che possono condividere scelte difficili in pazienti ad alto rischio, e ai colleghi che inviano pazienti per cure cardiologiche o cardiochirurgiche in un centro in cui le scelte vogliono essere fatte in maniera critica e bilanciata. Nel dipartimento cardiovascolare di Teramo (che Di Eusanio ribadisce essere storicamente un centro di eccellenza, ndr) stiamo costruendo un forte spirito di squadra: ho trovato grande apertura e disponibilità a tutti i livelli, dal direttore del dipartimento, ai colleghi cardiologi e anestesisti». E i risultati si vedono, da un bilancio dei primi due mesi di primariato. «Due mesi sono pochi per fare bilanci, ma la partenza è stata più che buona. Rispetto al periodo precedente, grazie alla collaborazione e all'entusiasmo di tutti, cardiochirurghi, anestesisti, infermieri e tecnici, siamo riusciti ad incrementare significativamente l'attività chirurgica. A maggio e giugno abbiamo registrato un aumento rispettivamente del 28 e 38%. Oltre all'aspetto quantitativo, il cui ulteriore incremento richiederà l’integrazione nell'immediato futuro di altro personale medico tecnico e infermieristico, abbiamo anche curato l'applicazione di tecniche chirurgiche innovative con cui ci stiamo proponendo nel territorio regionale ed extraregionale».

Ecco dunque la chirurgia mini-invasiva sulla valvola aortica e mitralica ma anche quella degli aneurismi e dissezioni dell'aorta toracica. Tutto ciò però «richiede grande attenzione da parte dei nostri amministratori locali e regionali che sicuramente non deluderanno le aspettative dei nostri pazienti», conclude.