Abusi su una 15enne figlia di amici, condannato un 37enne di Roseto

Denunciato dalla ragazzina: «Mi ha toccato in casa» I giudici: consanna a 15 mesi, non potrà fare lavori con la presenza di minori

ROSETO. E’ nella pena accessoria che gli vieta di svolgere qualsiasi lavoro che abbia a che fare con la presenza di minori che un pronunciamento dei giudici dà il senso di una condanna ad un anno e due mesi per abusi sessuali su una ragazzina di 15 anni. Il condannato è C.A., 37 anni, piccolo imprenditore residente nel Pescarese (dell’uomo scriviamo solo le iniziali per tutelare una minore), finito a processo con l’accusa di aver molestato la ragazzina figlia di amici di famiglia. Per lui il pubblico ministero Irene Scordamaglia aveva chiesto la condanna ad un anno e otto mesi.

Ieri pomeriggio l’uomo (assistito dall’avvocato Fedele Ferrara) si è sottoposto all’esame e, nel rispondere alle domande del pm, ha respinto tutte le accuse, sostenendo in più passaggi di non aver mai toccato la ragazza. Ma evidentemente i giudici (presidente Flavio Conciatori, a latere Franco Tetto ed Enrico Pompei) non hanno creduto alla sua versione.I fatti che gli vengono contestati sarebbero accaduti a Roseto nel settembre del 2011, quando ragazza aveva 15 anni. L’uomo era stato invitato a cena dai genitori della ragazza di cui era amico. Ad un certo punto della serata, dicendo agli altri commensali che doveva andare in bagno, sarebbe entrato nella stanza della 15enne e dopo averle chiesto un bacio le avrebbe messo le mani addosso: secondo l’accusa le avrebbe scostato reggiseno e slip toccandola nelle parti intime. La giovane, finita la cena, aveva raccontato tutto al fidanzatino e ai genitori che avevano presentato la denuncia. Così era scattata l’inchiesta della procura che aveva chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio dell’uomo. Nel corso del processo sono stati ascoltati vari testi: i genitori della minore, il fidanzatino e altri. La ragazza e la sua famiglia si sono costituite parte civile(assistite dall’avvocato Riccardina Leonetti). Il difensore dell’uomo ha preannunciato, una volta lette le motivazioni che saranno depositate tra novanta giorni, il ricorso in appello.(d.p.)

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