«Addio all'Abruzzo e a Teramo»

Nasce un comitato che promuove l'annessione della vallata alle Marche

NERETO. Divorzio da Teramo e dall'Abruzzo, matrimonio con Ascoli Piceno e le Marche. L'associazione Vibrata Picena (www.vibratapicena.it) lancia l'idea della secessione. Avvocati, medici, pensionati, commercianti di Nereto si mobilitano.

L'obiettivo primario è recuperare le radici picene dei vibratiani, poi di far uscire dall'invisibilità un territorio "spremuto". «In questa ottica, di difesa e tutela dei cittadini, si colloca l'iniziativa referendaria sull'aggregazione della Val Vibrata alla Regione Marche, per rispondere alla improcrastinabile esigenza della comunità vibratiana di ricerca della propria identità, che è storicamente di matrice picena, sotto tutti gli aspetti: etnico, linguistico, geografico, sociale, culturale, economico», spiegano Giancarlo Viscioni e Sandro Maretti, presidente e portavoce dell'associazione che ieri, con altri due fondatori, Giorgio Garzarelli e Giuseppe Lelii, hanno presentato il movimento.

Attraverso la proposta referendaria - un percorso lungo e macchinoso ma già positivamente sperimentato da diverse realtà, l'ultima quella dei Comuni dell'Alta Val Marecchia che dalla Provincia di Pesaro sono passati a quella di Rimini - l'associazione spera di giungere all'annessione alle Marche.

Ragioni storiche, socio-politiche, economiche e sanitarie spingono a uscire dall'Abruzzo dopo il tentativo naufragato nel 1987, quando allora la normativa costituzionale e regionale non permetteva lo svolgimento del referendum. La Val Vibrata, d'altronde, faceva parte del Picenum fin dai tempi di Augusto. E fiscalmente varcare il Tronto significherebbe avere una sanità non deficitaria, l'Irap al 3,90 (contro il 4,80 abruzzese), l'addizionale regionale Irpef allo 0,90 (contro l'1,40).

«E' stato fatto il tentativo a livello regionale di criminalizzare la vallata come causa dello sfascio della sanità regionale per la mobilità passiva», dichiara il comitato, «quando le ragioni sono altre. L'appello che facciamo è di far nascere altri comitati nei vari Comuni della Val Vibrata e a Valle Castellana per raccogliere le firme, in base agli statuti comunali, e chiedere ai consigli di deliberare il referendum. Noi a breve ci incontreremo con la Val Marecchia e siamo disponibili a contribuire alla nascita dei vari movimenti».

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