Alba: donna muore in un tugurio, imprenditore le paga i funerali 

La 53enne senegalese viveva in condizioni disperate senza acqua, luce e gas ed era malata. Irrintracciabile il compagno, un marittimo albense, scatta la solidarietà dei vicini e di un costruttore

ALBA ADRIATICA. È una storia terribile quella della donna di origini senegalesi deceduta mercoledì sera per una grave malattia in una casa senza acqua, luce e gas di via Firenze ad Alba Adriatica. Per acquistare la bara con cui è stata tumulata è dovuta intervenire la generosità di un imprenditore edile di Montorio al Vomano che vive nella città costiera. Secondo i vicini la 53enne K.A. pur vivendo in condizioni disperate da molto tempo – pare che le utenze fossero state staccate cinque anni fa – non era seguita dalle istituzioni che avrebbero dovuto fornirle assistenza sociale. Eppure in tanti conoscevano la donna e anche la sua vita di stenti, trascorsa ad Alba Adriatica per almeno 25 anni. Gli stessi vicini che la vedevano ogni giorno, e talora le portavano da mangiare, si sono impegnati a ripulirle l’appartamento, che era in condizioni penose, per consentire l’arrivo dell’impresa funebre, data l’impossibilità di rintracciare il compagno della donna (un marittimo albense) dopo la sua morte.
Ieri il Centro ha contattato l’assessore comunale ai servizi sociali, Alessia Ventura, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni perché prima intende contattare l’assistente sociale del Comune per sapere se il caso era stato seguito in qualche modo o no. La storia di K.A. riporta di nuovo alla luce le condizioni di terribile degrado in cui si vive ancora ad Alba. Più volte negli ultimi tempi il Comune è dovuto intervenire con atti formali per vietare che si vivesse in tuguri senza condizioni igienico-sanitarie minime. Non in questo caso, a quanto pare.
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