Alba, primi attriti sull’imposta di soggiorno 

Il Comune non esclude di introdurla dal 2019, gli albergatori frenano: «Impossibile prima del 2020»

ALBA ADRIATICA. Ad Alba Adriatica si torna a discutere della tassa di soggiorno, primo grande dibattito della nuova era Casciotti. L’amministrazione comunale vuole introdurre l’imposta, come confermato dall’assessore al turismo Paolo Cichetti, che annuncia: «Nei prossimi giorni, a stagione estiva conclusa, istituiremo un tavolo di confronto con le associazioni di categoria, perché vogliamo un percorso partecipato». Cichetti non si sbilancia però sulla data di introduzione della tassa, limitandosi a non “escludere” il 2019.
Sui tempi, però, aziona il freno il consorzio turistico Costa dei Parchi. Dice infatti Andrea Montecchia, vicepresidente del consorzio e suo delegato per la località albense: «Accetteremo quanto deciderà l’amministrazione, ma giudichiamo impensabile la tassa prima della riconquista della Bandiera Blu e del 2020». Spiega infatti l’albergatore: «Siamo d’accordo con la sua istituzione, che ormai è l’unica soluzione per investimenti di un certo tipo, e lo abbiamo già dimostrato come consorzio accettandola a Tortoreto dal 2019. Lì, il confronto vero e proprio sul regolamento per l’imposta è cominciato nel 2017, mentre la stagione 2018 è servita a simulare ed ottenere dati utili. Ad Alba, invece, si deve ancora cominciare a parlare di programmazione turistica, mentre gli operatori entro fine mese dovranno già comunicare i prezzi del prossimo anno. Inoltre, prima della tassa di soggiorno, la località ha innanzitutto bisogno di recuperare dignità: dobbiamo ancora raccogliere frutti e riconoscimenti del lavoro per la salubrità del mare avviato dall’amministrazione Piccioni e del buon inizio di quella Casciotti anche sul tema del decoro». Ad anticipare il dibattito, in realtà, erano state alcune discussioni sorte sui social. Poi, il tema è stato rilanciato dal Pd albense, azionista politico principale dell’amministrazione Casciotti: «auspicabile elevare e aumentare i servizi del turismo persi nel tempo anche attraverso nuovi investimenti e seguendo la tendenza delle maggiori località balneari nazionali, che hanno garantito il proprio rilancio attraverso il reperimento di nuove forme di finanziamento e attraverso l’utilizzo della tassa di soggiorno». Anche Giammarco Giovannelli di Federalberghi Abruzzo ha sfiorato il tema, segnalando però come prioritari «una forte campagna comunicativa e investimenti sul decoro urbano per far tornare credibile il territorio ancora colpito da problemi di immagine». Ora il dibattito attende da una parte l’esito delle ultime analisi dell’Arta sul mare dopo i prelievi di ieri, che potrebbero alimentare le speranze di riconquista della Bandiera blu, dall’altra parte la presa di posizione di tutte le sigle di rappresentanza degli operatori turistici.
Luca Tomassoni
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