Appropriazione indebita condanna bis per la badante

La donna polacca è accusata di appropriazione indebita di 13mila euro, prelevati dal libretto postale di un uomo di Campli poco dopo il suo decesso. La Corte d'appello ha confermato la sentenza di primo grado del tribunale di Teramo

NERETO. Condanna bis per una badante polacca di 46 anni accusata di appropriazione indebita di 13mila euro, prelevati dal libretto postale di un uomo di Campli poco dopo il suo decesso. La Corte d'appello ha confermato la sentenza di primo grado del tribunale di Teramo, che aveva condannato la donna a due mesi di reclusione e 100 euro di multa.

Per il reato di circonvenzione di incapace la donna è stata scagionata non essendo stato possibile provare - deceduto l'anziano - la circonvenzione d'incapace. Ad appellarsi alla giustizia contro la colf è stata la figlia, che vive a Nereto, di un pensionato di Campli. L'uomo aveva assunto presso la sua abitazione una polacca per il servizio di assistenza quotidiana. Un anno prima di morire, l'uomo aveva sottoscritto un contratto vitalizio a favore della polacca con il quale le lasciava la casa post mortem, oltre alla metà del deposito postale.

Secondo la figlia, la badante avrebbe approfittato dello stato di incapacità del padre facendogli firmare il vitalizio. Il giudice d'appello ha però riconosciuto sussistere solo il reato di appropriazione indebita del denaro: la colf avrebbe potuto prendere solo la metà dei 13mila euro, mentre la restante parte doveva essere consegnata alla figlia. È in corso anche un processo civile che vede il tentativo della figlia di farsi riconoscere la proprietà di metà della casa.

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