Artigianato, in un anno persi più di mille posti

Oggi il congresso provinciale della Cna elegge la direzione e la presidenza Lanciotti: «Bloccati da anni il protocollo della Vibrata e la riforma dei Confidi»

TERAMO. Artigiani e piccoli imprenditori riflettono sul proprio futuro ed eleggono i nuovi vertici della Cna. Si terrà oggi alle 16 nella sala di via Franchi l’assemblea elettiva chiamata a rinnovare la direzione provinciale e la presidenza. Oltre a questi organismi viene eletto il presidente. Quello attuale, Gianfredo De Santis, al primo mandato, ha buone probabilità di essere riconfermato. Ai lavori parteciperanno il presidente della Camera di Comemrcio, Giustino Di Carlantonio, gli onorevoli Tommaso Ginoble e Giulio Sottanelli, il rettore dell’università Luciano D’Amico e il direttore regionale della Cna Graziano Di Costanzo.

Il fulcro dei lavori sarà la relazione del direttore provinciale Gloriano Lanciotti. Per questo congresso la Cna ha scelto il titolo "Protagonisti alla guida della ripresa economica". Un augurio quantomai importante, visti i venti di crisi che flagellano le piccole imprese della provincia. Il direttore snocciola alcuni dati certamente non positivi sul sistema produttivo teramano. «I segnali di difficoltà, già evidenti nel 2011, hanno trovato conferma nel 2012: a fine anno le impre iscritte alla Camera di commercio erano 36.582, 154 in meno del 2011.Ma il dato più negativo riguarda l'artigianato. Nel 2012 in un solo anno abbiamo perso 419 imprese: se si considera una media occupati nell'artigianato di 2,5 persone per azienda, è come se avesse chiuso la più grossa fabbrica teramana. Più di mille posti persi. Se continua questo trend nel 2013 scenderemo sotto le 9mila imprese, dato che ci riporta indietro di 10 anni. Preoccupano molto anche i fallimenti delle aziende, aumentati del 70% rispetto al 2011». E ricorda che sono aumentate le ore di cassa integrazione, da 9 milioni a 11 (+22%), «tre volte le ore di cassa di Pescara».

In questo panorama non si vedono sostegni al mondo produttivo. «E' ancora tutto da definire il programma di rilancio della Val Vibrata, e si tenga conto che il primo protocollo risale al 2008», incalza il direttore, «il Patto per lo sviluppo approvato dalla Regione risale al 27 febbraio 2012: erano ben evidenziate alcune aree di crisi (Valle Peligna, Val Pescara e Sinello e Val Vibrata). Il governatore Chiodi aveva promesso in un incontro con l'allora ministro Barca che avrebbe messo una dotazione finanziaria di 20 milioni per la Vibrata. Impegno rimasto lettera morta. Si fa fatica a comprendere perché per aree similari sono stati stanziati fondi. Aggiungiamo anche che su questo e altri argomenti l'assessorato provinciale alle attività produttive non ha mai convocato l'Osservatorio economico provinciale per affrontare le questioni rimaste irrisolte nella nostra provincia». Un’altra spina nel fianco, fra le varie segnalate, riguarda la nuova legge regionale sulla riforma dei Confidi, approvata ad agosto 2010 «che come Cna giudicammo positiva e che andava nella direzione di premiare i Confidi che si mettevano insieme per avere un potere contrattuale maggiore nei confronti delle banche e una maggiore patrimonializzazione». Ma la riforma è ancora senza risorse.

In questa situazione la Cna ha aumentato l’offerta di servizi per sostenere il più possibile le imprese. «E oggi possiamo annoverare circa tremila imprese associate, che contano complessivamente circa 10mila occupati», annuncia Lanciotti. (a.f.)

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