Asl Teramo, la giunta Chiodi “licenzia” il manager Varrassi

La Regione non perde altro tempo: rescinde il contratto col direttore generale, fra 40 giorni la nomina del successore

TERAMO. La giunta regionale tira dritto e decide di rescindere il contratto con il direttore generale della Asl, Giustino Varrassi. Ieri pomeriggio è stata approvata all’unanimità la delibera sul “licenziamento” di Varrassi. Gli assessori regionali hanno deciso dopo aver ascoltato la relazione del settore sanità della Regione sui due anni di direzione del manager aquilano. Attenzione puntata, ovviamente , sulle possibili violazioni dell’articolo 3 bis comma 7 del decreto legislativo 502/92. In sostanza la relazione dell’ufficio ha analizzato le quattro inchieste avviate dalla procura teramana che vedono indagato Varrassi. Le inchieste fanno configurare - secondo la giunta - l’ipotesi prevista dalla norma in questione, cioè «violazione di leggi o del principio di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione» per cui la Regione ha deciso di rescindere il contratto.

Le inchieste sono quattro, ma al momento della delibera di riconferma dell’incarico del manager, a fine agosto, erano tre. E nella delibera che “promuoveva “Varrassi il 29 agosto c’è una postilla, in cui la giunta regionale chiede gli atti alla procura. Quegli atti sono arrivati in Regione qualche settimana fa e su questi si basa la decisione di “licenziarlo”.

Varassi è indagato -nella prima inchiesta - per falso per soppressione. Il pm Davide Rosati ha ipotizzato la mancata apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di un medico dipendente della Asl indagato per turbativa d’asta. C’è poi una seconda inchiesta: Varrassi ha ricevuto un altro avviso di garanzia per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta aperta sempre dal pm Rosati sulla promozione di Corrado Robimarga, l’urologo e allora assessore comunale indagato per peculato, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato e della Asl. La terza inchiesta è invece per peculato: secondo l’accusa il direttore generale avrebbe usato la macchina di servizio più volte sul tragitto L’Aquila-Teramo. Il manager ha più volte dichiarato di aver risarcito la Asl. Nella documentazione chiesta dalla Regione alla procura non era compresa la quarta inchiesta, in quanto recentissima. Quindici giorni fa carabinieri e guardia di finanza hanno sequestrato il laboratorio del centro di fisiopatologia della riproduzione, aperto senza l’obbligatoria autorizzazione regionale e l’iscrizione al registro dell’Istituto superiore di sanità.

Adesso la decisione sarà notificata al manager. Varrassi sarà davanti a un bivio. L’ipotesi che i collaboratori più stretti fanno è che sceglierà di dimettersi. Una uscita di scena elegante, che non macchierà una lunga carriera nell’Accademia con l’onta di un “licenziamento”. E che il direttore generale abbia scelto di voltare pagina può essere indirettamente confermato dal fatto che negli ultimi giorni non si è visto nella sede di circonvallazione Ragusa e ha disdetto tutti gli impegni. Ma c’è un’altra possibilità. Che Varrassi scelga di fare le proprie controdeduzioni, in questo caso ha 10 giorni di tempo. E la Regione ha altri 30 giorni per la decisione definitiva. Questa strada potrebbe portare anche a una battaglia nelle aule della giustizia amministrativa, un po’ come avvenne anni fa con Angiolino Di Francesco. Comunque sia, entro 40 giorni la Asl di Teramo dovrebbe avere un nuovo manager. Nel frattempo i due direttori sanitario e amministrativo - Camillo Antelli e Lucio Ambrosj - resteranno al loro posto: verranno sostituiti solo da quelli nominati dal nuovo direttore generale.

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