Asl Teramo, la procura chiede il processo per Varrassi

Uso dell’auto blu e promozione di Robimarga: il direttore generale imputato con altri sette

TERAMO. La procura chiede il processo per il manager dell’Asl Giustino Varrassi e mette un punto fermo nelle prime due inchieste aperte sul direttore generale, recentemente confermato dalla Regione dopo il parere legale dell’Avvocatura dello Stato. Si tratta di quelle sull’utilizzo indebito dell’auto blu da parte del manager e sulla promozione dell’urologo Corrado Robimarga. Il pm Davide Rosati ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per Varrassi, il suo autista e sei dirigenti dell’azienda sanitaria. Sulla vicenda dell’auto blu il nocciolo dell’accusa è il peculato contestato al manager. Dal dicembre 2010 (cioé dalla sua nomina) all’aprile scorso, secondo la procura Varrassi avrebbe compiuto sull’auto di servizio della Asl, un’Audi A6 guidata dall’autista dell’azienda Giovanni Lanci, 670 viaggi fuorilegge da casa al posto di lavoro e viceversa. Il danno per la Asl sarebbe stato di 2.998,40 euro di pedaggi autostradali e di 4.807,11 euro di carburante; inoltre, poiché con quei chilometri si superava il limite dei 120mila chilometri previsti dal contratto di leasing del veicolo, per la Asl è scattato un aumento del canone di locazione pari a 2.810,74 euro più Iva. Il pubblico ministero ipotizza anche la truffa aggravata e continuata in quanto Varrassi e il suo autista avrebbero utilizzato «artifizi e raggiri» per «far risultare legittimo e corretto lo svolgimento delle mansioni di servizio» di Lanci, al quale sarebbero stati liquidati – ingiustamente, secondo l’accusa – 13mila euro netti di straordinario per l’anno 2011. Due capi d’imputazione (appropriazione indebita e falso ideologico, entrambi abbinati alla truffa) riguardano il solo Lanci, che avrebbe usato l’auto blu per scopi personali e presentato alla Asl richieste di rimborso ingiustificate. Sul caso dell’auto blu la procura aveva chiesto gli arresti domiciliari per Varrassi che nel frattempo ha risarcito la Regione: richiesta, quella dei domiciliari, respinta dal gip.Quanto alla vicenda di Robimarga, il fatto centrale è che la Asl un anno fa gli ha affidato la direzione dell’unità operativa semplice dipartimentale di urologia endoscopica a Giulianova: questo, sostiene la procura, a dispetto dell’inchiesta penale per peculato e truffa che lo aveva da poco coinvolto, e per la quale l’urologo è a processo con un rito abbreviato. In particolare la procura ritiene che la commissione disciplinare Asl (per questo sono indagati i quattro componenti con l’ipotesi di abuso d’ufficio) abbia indebitamente sospeso la procedura disciplinare a carico di Robimarga, scaturita dalla sospensione dal servizio del medico disposta dal tribunale; punta il dito ancora su Varrassi, che avrebbe firmato una transazione tra la Asl e Robimarga, in relazione al risarcimento del danno da lui dovuto per aver subito la misura interdittiva, facendogli uno sconto da 10mila a 4mila euro; infine, accusa il manager e i suoi più vicini collaboratori (i direttori sanitario e amministrativi Antelli e Ambrosj indagati per abuso d’ufficio) di aver affidato ingiustamente l’incarico dirigenziale a Robimarga senza valutare la vicenda dell’inchiesta in corso, che avrebbe minato i requisiti di professionalità richiesti. «I predetti pubblici ufficiali», scrive a questo proposito il pm nell’avviso di conclusione delle indagini, «omettevano intenzionalmente di valutare il requisito della professionalità e della managerialità professionale». Restano fuori da questa prima richiesta di rinvio a giudizio le altre due inchieste che coinvolgono Varrassi: il ritardo nell’avvio del procedimento disciplinare al medico Giuseppe Sciarra (procedimento poi avviato e concluso con un’assoluzione per il medico che qualche giorno fa il gip ha prosciolto dall’accusa di turbata libertà degli incanti)e l’indebita apertura del centro di fecondazione assistita. Due procedimenti per cui entro breve ci saranno gli avvisi di conclusione.

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