Ateneo Teramo, 3 docenti indagati per assenteismo

Sott'accusa per truffa: pagati per tre giorni di lezione a settimana ne facevano due

TERAMO. La procura indaga per assenteismo all'università di Teramo e iscrive tre docenti nel registro degli indagati con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il pm Davide Rosati mette un punto fermo nell'inchiesta partita qualche mese fa nelle aule della facoltà di Scienze politiche.

Sotto accusa sono finiti un docente associato e due a contratto. Secondo una ricostruzione fatta dagli inquirenti i tre, un aquilano e due romani, non avrebbero rispettato il loro contratto che prevede lezioni per tre giorni a settimana. Per la procura erano presenti solo due giorni a settimana. L'indagine del sostituto procuratore Rosati è iniziata dopo alcuni esposti. Immediati gli accertamenti delegati alla guardia di finanza che in più occasioni si è presentata nelle aule per cercare riscontri alle accuse. Riscontri che, evidentemente, sarebbero stati trovati nel corso di alcuni blitz fatti nella facoltà di Coste Sant'Agostino. Anche attraverso l'audizione di alcuni studenti, tutti sentiti come persone informate sui fatti, le Fiamme gialle sarebbero riuscite a ricostruire i movimenti, e quindi le assenze, dei tre docenti.

Il preside della facoltà di Scienze politiche Enrico del Colle preferisce non commentare. «Per ora non conosciamo l'operato della magistratura» dice. E proprio qualche giorno fa in tribunale è iniziato il processo a carico di altri cinque docenti di Scienze politiche per il caso delle firme false. Per l'accusa avrebbero firmato verbali d'esame agli studenti pur non essendo materialmente presenti agli esami, in particolare quelli di lingua inglese. I cinque sono accusati di falso ideologico in concorso nella loro veste di pubblico ufficiale. Anche in questo caso l'inchiesta, condotta sempre del pm Rosati, aveva mosso i primi passi dopo alcuni esposti: denunce circostanziate in cui qualcuno paventava degli illeciti. Così erano scattate le prime indagini e, su delega del magistrato, agenti della Digos e della polizia giudiziaria in più occasioni si erano presentati negli uffici dell'università per acquisire documenti, in particolare proprio quei verbali d'esame finiti nell'occhio del ciclone. Parallelamente all'acquisizione di atti gli agenti di pg e Digos avevano raccolto le testimonianze di numerosi studenti, assistenti e collaboratori.

Secondo l'accusa, da dimostrare nel corso del dibattimento, il docente associato avrebbe fatto risultare di essere presente durante le commissioni d'esame agli studenti, con tanto di firma sui verbali: in realtà, per la procura, in quelle commissioni la docente non sarebbe mai stata presente nonostante le firme. Fatti che, evidentemente, non sarebbero passati inosservati all'interno dell'università e che, molto probabilmente, hanno portato qualcuno a presentare degli esposti, alcuni dei quali molto circostanziati, negli uffici della procura.

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