Banca di Teramo, il presidente è Artoni

Il dopo Tancredi affidato a un impreditore vicino alla famiglia del politico scomparso

TERAMO. La Banca di Teramo riparte da Cristiano Artoni, 47 anni, imprenditore della distribuzione editoriale. Il dopo Tancredi resta molto vicino alla famiglia Tancredi. Artoni è stato eletto ieri sera dal Cda della banca di credito cooperativo di viale Cruciali con sei voti contro i tre del costruttore Ennio Marcozzi. E' un presidente di transizione. Guiderà la Banca di Teramo fino alla primavera del 2013 quando scadrà il mandato di questo Cda. Tra un anno quindi avverrà la scelta del vero successore del leader storico della Dc teramana, Antonio Tancredi, morto il 17 maggio scorso per malattia al Gemelli di Roma.

Erano due, anzi tre, i nomi dei papabili alla successione-ponte: l'accreditato sembrava Alessandro Maria Caccia, personaggio simbolo dei farmacisti teramani che però, in limine litis, ha appoggiato Artoni che così ha vinto su Marcozzi. Tutti e è tre fanno parte del Cda della banca di viale Crucioli, composto Artoni (nuovo presidente), Aladino De Paulis (confermato vice presidente vicario), Primo Pompilii (eletto ieri vice presidente) e dai consiglieri Caccia, Marcozzi, Franco Cifoni, Sandra Di Giacinto, Franco Eugeni e Alberta Ortolani. Per statuto della banca fondata nel 1996, il nuovo vertice della governance andava scelto tra questi nomi del consiglio. In due peraltro lasceranno presto il Cda (tra questi c'è Franco Eugeni). Faranno un passo indietro per far entrare altrettanti tecnici, necessari in un periodo di tempesta globale dei mercati che coinvolge tutti, soprattutto le banche.

E' stato Antonio Tancredi a indicare questa strategia per blindare la sua banca prima di dire addio per sempre.Alle 18 di ieri, il consiglio ha votato il suo successore. E' andato tutto de plano? La risposta sarebbe "nì" perché la certezza dell'elezione di Artoni al vertice del Cda si è avuta nelle ultime 48 ore. I tre voti di Marcozzi (il suo e quelli di Cifoni e Pompilii) contro i sei del vincitore lo dimostrano. Artoni però non ha dubbi e commenta: «Il consiglio è coeso».

E la banca può ripartire. Il 19 maggio scorso, giorno dei funerali di Tancredi, l'assemblea dei soci aveva approvato all'unanimità il bilancio d'esercizio 2011. Il passivo supera i tre milioni di euro. Non sono però sofferenze ma debiti di gestione dovuti alla cartolarizzazione di 15 milioni di euro di crediti inesigibili. Anche in questo caso è stato Tancredi a volerlo. Quella della cartolarizzazione di crediti di una banca che conta 4100 soci ed ha un capitale di 10,3 milioni, è stata una scelta strategica che ha evitato altre operazioni rischiose, prima fra tutte una mega ricapitalizzazione.

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