Banda di bulli incastrata da Facebook

Pestano coetanei per rapinarli e si vantano sul web, arrestati quattro incensurati

CORROPOLI. Si facevano forti a vicenda su Facebook. Bulli e violenti, esaltavano nella grande comunità sul web i raid messi a segni tra Giulianova e la Val Vibrata e firmati con lividi, mandibole fratturate e sangue. La gang italo-marocchina composta da cinque ragazzi che ha seminato il terrore nel maggio scorso è ora in carcere. I carabinieri di Corropoli, guidati dal maresciallo capo Francesco Farinaro, e i colleghi della compagnia di Alba Adriatica, comandati dal capitano Pompeo Quagliozzi, li hanno assicurati alla giustizia dopo un'inchiesta diretta dal pm David Mancini.

Due mesi di attente indagini e testimonianze preziose e coraggiose, ‹‹senza le quali sarebbe stato più difficile individuare i responsabili››, ha precisato Quagliozzi, hanno incastrato la banda. 

CHI SONO.
Sono quattro, tutti incensurati, gli aggressori finiti in carcere su ordinanza di carcerazione emessa dal gip di Teramo Marina Tommolini. Si tratta di Rocco Tripodi, 25 anni, di Giulianova, Daniele Pacitti, 21 anni, di Mosciano Sant'Angelo, e di due marocchini: Aouin Mustaphaz e Amine Afi, entrambi di 19 anni e residenti a Corropoli. Della banda faceva parte anche un minorenne, che è stato solo denunciato.

Sono tutti accusati di concorso in tentata rapina continuata e lesioni personali dolose aggravate. Con banali pretesti, come chiedere di accendere una sigaretta, avvicinavano dei giovani, chiedevano loro del denaro (si parla di somme minime, anche 10-15 euro) e li pestavano se ricevevano un rifiuto. 

LE AGGRESSIONI.
Sono tre gli episodi che hanno dato avvio all'inchiesta. Il primo risale alla notte del 2 maggio scorso quando un 23enne residente ad Alba è stato picchiato selvaggiamente da una banda che voleva rapinarlo. In tasca lo sventurato studente aveva solo un accendino. Per lui è stata una notte da incubo. Picchiato fino a perdere quasi i sensi (ha riportato la frattura di mandibola e setto nasale, tanto da essere costretto a operarsi), è stato preso per le gambe e trascinato fino in spiaggia.

Solo il fortunato intervento di un amico ha consentito di prestargli soccorso e allontanare la gang di esaltati picchiatori. Per paura di ritorsioni il giovane studente, figlio di una coppia di imprenditori albensi, non ha voluto sporgere denuncia. Per lui lo ha fatto il padre. Il secondo episodio risale al 22 maggio, quando nelle vicinanze di un pub in pieno centro a Corropoli, appena conclusi i festeggiamenti della Madonna del Sabato Santo, la banda ha aggredito, fratturandogli la mandibola, un 21enne del posto, costretto a ricorrere anche lui ad un intervento chirurgico all'ospedale di Ancona per ridurre la frattura.

Nel parapiglia sono rimasti coinvolti anche alcuni amici dello studente ferito. Uno della banda si è avvicinato ad uno dei presenti, che nel frattempo aveva avvertito i carabinieri, brandendo il collo rotto di una bottiglia di birra e minacciandolo di ritorsioni. Anche in questo caso sono stati essenziali l'intervento degli amici per salvare il ragazzo pestato e la testimonianza dei presenti per individuare gli aggressori.

L'ultimo episodio, avvenuto a Giulianova, riguarda uno studente minorenne taglieggiato e minacciato, ma salvato dagli amici, intervenuti prima che gli accadesse qualcosa. Il ragazzo, per paura, si è fatto accompagnare a scuola dai genitori per giorni. 

FACEBOOK.
I quattro arrestati e il minorenne sono amici sulla strada e su Facebook. I carabinieri hanno riscontrato la loro esaltazione per i raid punitivi, messa in rete prima che i bulli cancellassero ogni traccia di quella discussione. Ma era troppo tardi per occultare la prova, che per gli inquirenti costituiva la firma apposta a quelle spedizioni. Sul social network, in alcune immagini del profilo degli arrestati, compaiono frasi contro le forze dell'ordine.

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