IL CASO A ROSETO

Barche abusive nel porticciolo

Occupano lo spazio dei pescatori e contrabbandano vongole

ROSETO. «Nel canale riservato alla flotta da pesca rosetana, ormeggiata all’interno del porto di Roseto, ci sono numerosi natanti abusivi». A denunciarlo sono gli stessi pescatori, i quali lamentano la pericolosità della situazione, collegata proprio alla presenza diffusa di tali piccole imbarcazioni tra le più grosse barche da pesca. «Quando c’è vento che proviene dalla vallata», spiega uno dei pescatori rosetani, il quale ha preferito restare anonimo «rischiamo di andare in collisione con tali piccole imbarcazioni durante le manovre di entrata e uscita dal porto». Ma c’è dell’altro. «Questi natanti», denuncia il pescatore, «vengono utilizzati per il contrabbando delle vongole, attraverso un sistema ormai collaudato, che vede la complicità di alcuni marinai». Ma come farebbero queste imbarcazioni così piccole a nascondere i sacchi di vongole da vendere poi sottobanco? «Semplice», riferisce il pescatore, «una volta presi accordi con il fornitore, cioè uno di noi, quest’ultimo gli lascia al largo i sacchi di vongole richiesti in acqua ancorati a una boa. Poi il successivo recupero è un gioco da ragazzi, anche perché dei complici vengono lasciati di vedetta per dare l’allarme nel caso della presenza di motovedette della Capitaneria». La situazione è a conoscenza dell’ufficio locale marittimo di Roseto, i cui uomini hanno già fatto diversi verbali contro alcuni autori di questo traffico illecito colti sul fatto. «Non sempre, però, riusciamo a intervenire mente si consuma il reato», spiega il comandante del Locamare Roseto Domenico Perruni «in quanto non abbiamo uomini a sufficienza per tenere sempre monitorata l’intera costa rosetana. Ad ogni modo stiamo tenendo sotto controllo i movimenti delle imbarcazioni sospette, oltre a quelle non in regola ormeggiate al porto di Roseto. Rinnoviamo l’appello a chiunque sia in possesso di informazioni utili a far individuare operazioni illecite, a rivolgersi ai nostri uffici senza alcun timore in modo da consentirci di intervenire con tempestività e in maniera mirata». Federico Centola

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