Bosone, scienziato giuliese fra gli scopritori

Il ricercatore Lo Sterzo fa parte dell’equipe del Cern che ha provato l’esistenza della “particella di Dio”

GIULIANOVA. Bosone di Higgs, nota anche come "particella di Dio” è anche un po’ giuliese. Francesco Lo Sterzo è il giovane ricercatore che fa parte dell'equipe di scienziati responsabile dell'importante scoperta. I dettagli li racconta Claudio Lo Sterzo, docente di chimica nella facoltà di agraria dell'università di Teramo, e padre di Francesco. L'esistenza del bosone, teorizzata già 48 anni fa da Peter Higgs, è stata annunciata al Cern di Ginevra due giorni fa: grazie a questa particella, ogni cosa ha una propria massa e la materia esiste per come la conosciamo. «Francesco, che vive a Ginevra, era tornato a Giulianova domenica, per partecipare al matrimonio della cugina», racconta il padre, «ma il lunedì era subito ripartito perchè aveva un impegno di lavoro, e non ci aveva detto che si trattasse della conferenza che annunciava una simile scoperta». Francesco, 26 anni, è nato a Roma e lì si è laureato, all'università La Sapienza, in fisica delle particelle; subito dopo si è trasferito a Chicago per la laurea specialistica, quindi a Ginevra, dove ha effettuato il dottorato di ricerca. In Svizzera, assieme ad altri scienziati italiani dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, Francesco comincia a lavorare, nell'ambito del progetto Atlas, al cospetto dell'Lhc, il grande macchinario nel quale si effettuano i più importanti esperimenti scientifici a livello mondiale. Nel Cern lavorano circa 10.000 persone, delle quali 3.000 italiane, e Francesco Lo Sterzo è una di queste, protagoniste di una svolta epocale nel mondo scientifico. «Siamo molto contenti, e lo è anche Francesco, perchè questa scoperta apre la strada ad un mondo di lavoro in campo scientifico», sostiene Claudio Lo Sterzo, orgoglioso che una piccola parte di Teramo e dell'Abruzzo sia coinvolta in questo grande passo in avanti. Il docente di chimica, nato a Giulianova 57 anni fa, a 18 anni si è trasferito a Roma, dove si è laureato in chimica e dove ha vissuto fino al 2004 con i suoi 7 figli, per poi tornare nella sua terra d'origine. Una vocazione scientifica, quella dei Lo Sterzo:Francesco non è il solo figlio impegnato in tale ambito di lavoro e studio. Il docente giuliese loda l'università italiana e rifugge dal termine "fuga di cervelli": «Non costituisce una perdita il fatto che i ragazzi siano costretti ad andare a lavorare fuori», dichiara Lo Sterzo, «così come mio padre, operaio emigrato in Germania portò ricchezza in Italia e alla nostra famiglia, anche i ragazzi che "esportano" all'estero il proprio sapere un domani porteranno vantaggi all'Italia». (s.p.)

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