Bruciate le auto di giudice e carabiniere

Nel mirino il gip Tommolini e il maresciallo De Cicco, le telecamere filmano i piromani

MARTINSICURO. Un'alba di fuoco sorge a Martinsicuro. E' il fuoco che brucia le macchine private di un giudice e di un maresciallo dei carabinieri e allunga ombre inquietanti su dinamiche criminali che non sono più da "isola felice". Chi ha cosparso di benzina le auto del gip del tribunale di Teramo Marina Tommolini e del maresciallo del reparto operativo provinciale Spartaco De Cicco sa come muoversi. «Roba da professionisti» ripetono gli investigatori. E quei professionisti hanno agito sapendo cosa e dove colpire, sicuramente ben conoscendo i proprietari delle due macchine parcheggiate in via Colombo e via Brescia.

Nessuna coincidenza, nessuna casualità, nessun atto di vandalismo: chi ha appiccato il fuoco ha voluto dare un messaggio. I gesti di quelle figure che si muovono negli ultimi scampoli della notte sono immortalati nelle immagini di alcune telecamere di via Colombo e via Brescia: un primo punto a favore delle indagini che premono sull'acceleratore mentre da tutta la regione arrivano reazioni, a cominciare da quelle dell'Anm, l'associazione nazionale magistrati. «Perchè», ripete un investigatore, «gesti così non devono esserci per nessuno». E i carabinieri ormai da 24 ore frugano nei fascicoli delle indagini del giudice e del maresciallo a caccia di indizi che possano legare ad un solo filo i due attentati. Perchè questa è la pista privilegiata, anche se non l'unica: un'inchiesta a cui entrambi hanno lavorato o stanno lavorando. Forse qualcosa legato ad un maxi traffico di droga.

LE FIAMME. Le sequenze del doppio attentato sono scritte nelle telefonate arrivate ai vigili del fuoco: la prima alle 5.14, quando in via Brescia le fiamme avvolgono l'Audi A4 del maresciallo De Cicco. L'auto è parcheggiata proprio sotto casa del sottufficiale, da anni in servizio al comando provinciale operativo. Qualche minuto dopo, alle 5.35, il fuoco rischiara via Colombo. Nel parcheggio interno alla palazzina in cui abita il giudice le fiamme divorano l'Audi A6 bianca del magistrato. Chi ha agito ha scavalcato il recinto di cemento e ha cosparso di benzina la vettura. E' un attimo e il rogo divampa, visto che immediatamente prendono fuoco carrozzeria e pneumatici. Questione di secondi e i pompieri, arrivati in forza da Teramo, Nereto e Roseto, spengono le fiamme, ma le auto sono scheletri di ferro che si stagliano davanti alla gente che scende in strada a fianco del maresciallo e del giudice, i primi ad arrivare.

LE INDAGINI. Il ventaglio delle ipotesi è tutto aperto, ma la pista privilegiata resta quella legata a qualche indagine particolare, qualche inchiesta recente o vecchia che porta la firma del magistrato e del maresciallo. Per tutta la mattinata Tommolini e De Cicco sono stati nella caserma dei carabinieri di Martinsicuro insieme ai carabinieri del reparto operativo, guidati dal capitano Nazario Giuliani, e a quelli della compagnia di Alba Adriatica guidati dal capitano Pompeo Quagliozzi. E qui sono arrivati anche il pm Irene Scordamaglia, il sostituto procuratore che coordina le indagini, e il presidente del tribunale Giovanni Spinosa. Le indagini non partono da zero: ci sono le immagini registrate dalle telecamere di alcuni negozi e di alcune abitazioni private di via Colombo e via Brescia. In quei fotogrammi ombre si muovono nella notte e forse c'è anche qualcosa di più su cui poter lavorare. Qualcosa che nessuno si lascia sfuggire. Ma da ieri, nella caserma dei carabinieri di via Roma, sfilano anche semplici cittadini: sono soprattutto residenti nelle due vie che potrebbero aver visto movimenti o facce sospette già nei giorni scorsi, prima dell'attentato. Perchè uno degli obiettivi è capire se c'è stata qualche avvisaglia. E' un mosaico difficile da comporre.

I PRECEDENTI. E una lunga scia quella lasciata dai roghi dolosi a Martinsicuro: negli ultimi due mesi sono state date alle fiamme auto di amministratori e commercianti. E non solo. Qualche settimana fa è stato incendiato il bar dell'assessore allo sport, il leghista Alberto Tuccini. Ad agosto, in via Novara, le fiamme hanno distrutto la Fiat Punto di Massimo Clementoni, commerciante e vice presidente della Pro Loco. Qualche settimana prima il fuoco aveva avvolto le macchine del consigliere comunale delegato all'ambiente Massimo Vagnoni e dell'ex sindaco Gianfilippo Vallese. "L'isola felice" non c'è più. (ha collaborato Alex De Palo)

© RIPRODUZIONE RISERVATA