Il procuratore capo di Teramo Antonio Guerriero

«C’è massima attenzione, sulla salute non si scherza»

Il procuratore Antonio Guerriero coordina il pool di magistrati che indaga Ieri vertice con i carabinieri del Noe, già acquisita molta documentazione

TERAMO. «Da parte nostra c’è la massima attenzione perchè sulla salute dei cittadini non si scherza». Prima di arrivare a Teramo, il procuratore Antonio Guerriero è stato magistrato nella Terra dei fuochi nei tanti anni in cui è stato ad Avellino e poi a capo della Procura di Sant'Angelo dei Lombardi. E’ lui a coordinare l’inchiesta aperta per presunti reati ambientali con l’obiettivo di fare chiarezza non solo sull’acqua dichiarata non potabile, ma su tutto il sistema idrico del Gran Sasso. E ieri mattina nel suo ufficio c’è stato un primo vertice con il pool di pm a cui è affidato il caso (i sostituti procuratori Stefano Giovagnoni, Davide Rosati e Greta Aloisi) e il maggiore dei carabinieri del Noe dell’Aquila Antonio Spoletini a cui sono state delegate le indagini. Un incontro per fare un primo punto sulle cose fatte e quelle da fare. In particolare l’acquisizione di materiale che si annuncia corposo e che riguarderà sia enti teramani sia enti aquilani. Perchè questo fascicolo riunisce anche quello aperto dopo lo sversamento registrato a fine estate dal laboratorio di fisica nucleare. Infatti, dopo che ad agosto le analisi dell'Arta, avevano rilevato la presenza di diclorometano nell'acqua, in valori inferiori ai limiti di legge per quel che riguarda le acque potabili ma superiori ai limiti per le acque sotterranee, sul tavolo della Procura erano arrivati diversi esposti. E da qui, dunque, la prima inchiesta con le indagini già delegate sempre ai militari del Noe, il nucleo operativo ecologico dell’Arma.
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