Caccia alle antiche monete di Atri

In epoca romana erano le più pesanti, donna ne trova una in casa
ATRI. È caccia alle antiche monete di Hatria, la Atri romana. Ce ne sono ancora diverse in circolazione, alcune hanno varcato i confini nazionali e sono state battute nelle aste internazionali a cifre da capogiro. Una donna abruzzese che ne ha recentemente trovato una in casa ha chiesto lumi ad un esperto di un sito di numismatica che le ha dato diverse informazioni. Quello che dovrebbe fare la signora è consegnare la moneta alla Sovrintendenza ai beni archeologici, tuttavia c’è chi avvantaggiandosi delle leggi meno restrittive degli altri Paesi preferisce monetizzare il reperto all’estero senza troppi indugi. La moneta tanto rara e richiesta ha da un lato una testa senile barbuta e dall’altra un lupo dormiente raggomitolato su se stesso. La moneta viene descritta agli esperti, dalla donna che l’ha rinvenuta, così: «Il suo peso è di 469,5 grammi, il diametro varia da un massimo di 80 a 76 millimetri. Il lato con il lupo che dorme ha la scritta “hat”». L’esperto le risponde: «Alcuni studiosi hanno sollevato dubbi sulla reale esistenza di un asse atriale; ciò, sia a causa del peso eccezionale di questo nominale, sia per il numero eccessivo di varianti che si osservano a fronte del limitato numero di esemplari conosciuti. Tuttavia le libbre di Hatria sono presenti nei musei più importanti (Napoli, Berlino, Londra, Stati Uniti) e nelle aste internazionali gli esemplari più belli vengono battuti a prezzi elevatissimi». Andando a splulciare nella casa d’asta “The New York Sale”, all’incanto del gennaio 2007 l’asse atriana è stata venduta al prezzo di 47.500 dollari. Presso la casa britannica Baldwin's Auctions Ltd nel 2006 una moneta poco definita è stata battuta per 6.600 sterline. Le monete atriane sono tra le più antiche di quelle che si conoscono in Italia e tra quelle che portano i nomi di città esse furono e sono le più pesanti. L’asse romano più antico giunse al peso di tredici once, quello di Todi a quindici, quello di Volterra a dodici; quello di Atri fu di diciotto once. Il maggior peso sarebbe è una prova indiscutibile della superiore antichità. Le impronte delle monete rivelano celebrità marittima, civiltà avanzata, commercio fiorente. Atri fu la sola città lungo la costa fino a Venezia, e unicatra tutte quelle d’Abruzzo, che ebbe monetazione indipendente. Un gran numero delle monete atriane è stato trovato anche nel Riminese, nel Lazio e a Roma. Fino ad oggi è stato ritrovato solo un centinaio di pezzi: una sessantina sono nel museo Sorricchio di Atri e una quarantina nei musei di Londra,Vienna, Berlino e Roma, alcuni altri sono in possesso di privati. Alcuni appassionati di numismatica hanno intenzione di proporre al Comune di Atri la possibilità di donare all’ente ogni reperto che riguarda la storia atriana ritrovato sottoterra affinchè non vada perso, bensì diventi patrimonio esclusivo della città.
Domenico Forcella
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