Caos in ospedale, l’ultimo paziente lascia l’oncologia

TERAMO. L’unico malato rimasto all’interno del reparto di oncologia alla fine ha ceduto ed ha accettato il trasferimento. Il reparto, infatti, con una decisione repentina, il 6 agosto è stato...

TERAMO. L’unico malato rimasto all’interno del reparto di oncologia alla fine ha ceduto ed ha accettato il trasferimento. Il reparto, infatti, con una decisione repentina, il 6 agosto è stato accorpato alla medicina. Parte dei degenti, quelli le cui condizioni lo consentivano, sono stati dimessi, gli altri, quelli più gravi, sono stati spostati nel reparto che non ha nemmeno l’aria condizionata. Il degente più grave si è rifiutato però di lasciare il reparto, osservando che in altre divisioni non ha l’assistenza specializzata in oncologia. Poi però mercoledì sera, anche su insistenza dei medici – è impossibile restare da solo in un reparto vuoto - ha deciso di dare il proprio assenso. Ora è stato ricoverato, visto il suo stato, in una camera con aria condizionata nel reparto di neurologia.

Quanto accaduto è solo uno degli esempi di quanto sta accadendo in ospedale. Pazienti e dipendenti sono accomunati da un sentimento: la rabbia. «La grave carenza di personale e una programmazione inesistente», protestano alcuni infermieri, «hanno creato una situazione insostenibile. Veniamo spostati nei reparti più disparati, senza tener in nessun conto la specializzazione di ognuno. E anche chi resta nel proprio reparto è costretto a dare un’assistenza frettolosa proprio a causa della gravissima carenza di personale. Ma quel che fa più rabbia è che mentre in ospedale accade di tutto, i nostri massimi dirigenti, il direttore sanitario del Mazzini Gabriella Palmeri, e il dirigente del dipartimento medico Dario Di Michele, sono in ferie».

I gravi disservizi che si stanno creando in ospedale in concomitanza con il periodo di ferie (in media non è possibile andarci per più di 10 giorni) sono stati oggetto di una riunione chiesta da Cgil e Cisl al direttore generale Giustino Varrassi, che però non ha dato alcun effetto.(a.f.)

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