Carabiniere ubriaco in servizio condannato dal tribunale militare

Verona, un appuntato originario di Atri riconosciuto colpevole: pena di un anno di reclusione

VERONA. È stato riconosciuto colpevole di tutti i reati militari di cui era imputato per un totale di un anno di reclusione. È la pena inflitta dal tribunale militare di Verona, competente per distretto, a Giuseppe Giancola, 43 anni, originario di Atri ma domiciliato a Roncofreddo (Forlì-Cesena) e all'epoca dei fatti carabiniere al radiomobile di Milano Marittima, sul litorale ravennate, arrestato assieme ad altre persone a metà giugno scorso nell'ambito di un'indagine dell'Arma coordinata dalla Procura di Ravenna sullo spaccio nella località rivierasca. Davanti alla magistratura militare doveva rispondere, non del presunto spaccio di droga, ma di ubriachezza in servizio, insubordinazione tramite ingiuria e minaccia, disubbidienza pluriaggravata e violata consegna (la procura scaligera aveva chiesto due anni e mezzo). Un secondo carabiniere, Claudio Capozzi, 41 anni, originario di Colleferropure lui arrestato a giugno nell'ambito della stessa inchiesta, è stato condannato a un mese e 20 giorni di reclusione militare per violata consegna in concorso A entrambi gli appuntati scelti, ora sospesi dal servizio, è stata concessa la sospensione condizionale della pena perchè incensurati.

Davanti alla magistratura militare i due imputati dovevano rispondere dell'accaduto di una sola notte: quella tra il 17 e il 18 novembre scorso quando Giancola, secondo l'accusa, fu sorpreso ubriaco in servizio all'interno di un ristorante di Cervia (Ravenna). I due militari, dopo un chiarimento verso mezzanotte con il titolare del locale, si erano allontanati per tirare cocaina nell'auto di servizio, come peraltro accaduto tante altre volte secondo l'ordinanza che li aveva fatti finire in carcere. Nel frattempo qualcuno aveva chiamato il 112 per segnalare quel militare che, sebbene in divisa, pareva completamente ubriaco, e sul posto si era presentato il comandante del nucleo radiomobile per riportare la situazione alla normalità. In caserma, dopo ore di tensione, al carabiniere era stato fatto l'etilometro che aveva restituito un tasso alcolemico di quasi 1.50 (secondo testimonianze, era lui alla guida della pattuglia). Gli accertamenti del comandante del radiomobile erano poi approdati in un fascicolo per l’apertura del procedimento davanti al tribunale militare. Per quanto riguarda quello della Procura di Ravenna, le indagini del nucleo Investigativo sono ancora in corso.