Carne a rischio, il veterinario Asl può tornare nel Teramano 

Il Riesame annulla l’ordinanza di arresti domiciliari per Ruggieri e il divieto di dimora per Piccioni Torna libero anche il titolare della società Ceci, per il quale è stata disposta una misura interdittiva

TERAMO. Nell’inchiesta sul presunto commercio di pecore e capre immesse sul mercato senza le dovute certificazioni sanitarie arriva la decisione del Riesame che ha annullato sia l’ordinanza di arresti domiciliari a carico di Dino Ruggieri, dipendente della società di commercio carni incriminata, sia l’ordinanza di divieto di dimora in provincia di Teramo per il veterinario della Asl e direttore del servizio veterinario dell’area B Rolando Piccioni. Per Paolo Ceci, legale rappresentante della società finita sotto inchiesta, il Riesame ha invece disposto la sostituzione degli arresti domiciliari con una misura interdittiva dell’attività professionale. Una decisione, quella dei giudici aquilani, che rappresenta una prima vittoria per le difese degli indagati, rappresentati dagli avvocati Alberto Magnanimi, Gennaro Lettieri e Oreste Terracini Bisazza.
L’inchiesta che ha visto i due privati e il veterinario della Asl finire nel registro degli indagati è quella aperta dal pm Davide Rosati su un presunto commercio di carne adulterata. I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2016 e il 2017 e le indagini, delegate ai militari del Nas guidati dal maggiore Domenico Candelli, avrebbero fatto emergere tutta una serie di irregolarità. A Ruggieri e Ceci, in particolare, vengono contestati reati che vanno dall’adulterazione di sostanze alimentari alla frode, dai falsi al commercio di sostanze alimentare nocive per aver messo in commercio, secondo l’accusa, carni provenienti da animali non correttamente identificati e differenti per origine e provenienza rispetto a quanto certificato. Al veterinario, invece, a cui il pm contesta la falsità ideologica, l’omissione di atti d’ufficio e il favoreggiamento personale, viene addebitato di aver attestato falsamente di aver effettuato le visite “ante mortem” sui alcuni capi ovini.
Sulla vicenda interviene anche la Federazione veterinari medici e dirigenti sanitari, che in una nota del segretario provinciale Alfredo Di Domenicantonio esprime «al dottor Rolando Piccioni la più ampia solidarietà dei colleghi, che confidano in una rapida conclusione del caso». Nell’esprimere preoccupazione per le ricadute negative che «notizie di questo tipo possono avere sul lavoro dei tanti operatori sanitari del settore che, quotidianamente, con il loro operato tutelano la sicurezza alimentare», la Federazione sottolinea come Piccioni «sia un professionista particolarmente esperto e rigoroso nell’applicazione delle norme».(a.m.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.