Castelli, la licenza negata non ferma i buddisti "Amplieremo la nostra sede, c'è l'ok dei residenti"

Caso d’intolleranza religiosa, dopo il no del sindaco parla la fondazione Avalokita: "Noi siamo laici, italiani e abbiamo incontrato i residenti prima di insediarci"

CASTELLI. Battaglia sulla concessione edilizia ai buddisti: la fondazione Avalokita, al centro di un caso che ha assunto le sfumature dell’intolleranza religiosa, replica alla presa di posizione del sindaco di Castelli e de La Destra. Lo fa in maniera garbata, in linea con una filosofia che si basa su 14 addestramenti, fra cui “prendersi cura della rabbia”, “generosità” e “vista sana basata sulla compassione”.

Teatro della vicenda è Villa Rossi, dove qualche anno fa si è insediata una piccola comunità buddista, che ha costituito la fondazione Avalokita e ha acquistato un terreno agricolo nella frazione di Castelli, sottoscrivendo un accordo di programma con la precedente amministrazione comunale.

L’accordo ha comportato una variante al Prg, con cui l’area è diventata edificabile, per attività culturali. Oltre alla ristrutturazione di due edifici rurali esistenti, l’accordo prevede due fasi: una prima in cui si possono costruire nuovi edifici per un massimo di circa 400 metri quadri e una seconda in cui costruire una sala di meditazione per uso collettivo, aperta a tutti. A questa seconda fase è legato un pagamento al Comune di circa 80mila euro come contropartita. La fondazione Avalokita ha chiesto il permesso per costruire due piccole abitazioni, avviando la prima fase dell’accordo di programma. Ma il Comune non l’ha voluto concedere, tanto che si è dovuta sostituire la Provincia, un cui commissario ad acta ha concesso la licenza a dicembre. Ma non basta. Il sindaco, Enzo De Rosa, con una lettera regolarmente protocollata (al n° 3078), ha motivato così le resistenze: le costruzioni si inseriscono «in un progetto sociale e religioso collegato alla spiritualità buddista, completamente estraneo alla cultura, alle radici e agli abitanti del Comune di Castelli». E in un’intervista ha dichiarato: «Vengono a comandare in un paese non loro. Io rispetto tutte le religioni, ma quella cristiana è la prima. Non danno fastidio, ma sono arroganti quando vogliono far valere certi privilegi».

«Il percorso che ha portato all’accordo di programma con il Comune di Castelli durante la precedente amministrazione», spiega Stefano Carboni, presidente della fondazione, «è stato condiviso con tutta la popolazione di Villa Rossi in due incontri pubblici, nei quali ognuno ha potuto esprimere le proprie esigenze e possibilità. Da questi incontri è nato l’accordo sulle due fasi, una prima nella quale realizzare alloggi per i pochi residenti (al momento in quattro, ancora in affitto), ossia le due casette a un piano, per totali 140 metri quadri, oggetto dell’opposizione dell’attuale amministrazione; e una seconda quando, come ci auguriamo, il centro si potrà ampliare con alloggi per gli ospiti (fino a circa 80 posti letto) e sale comuni, previo versamento del contributo straordinario di legge (80mila euro) citato dal sindaco. La nostra fondazione di partecipazione (registrata alla prefettura di Teramo) è una piccola realtà che sta realizzando questo progetto grazie a tante piccole donazioni. Delle due casette appena autorizzate, al momento forse ne potremo costruire solo una, per mancanza di fondi. Per questi alloggi nel maggio scorso abbiamo già pagato circa 4.000 euro di oneri concessori. Anche se il contributo straordinario compete alla seconda fase, nel luglio scorso abbiamo proposto all’attuale amministrazione di versare via via il contributo straordinario in proporzione a ciò che riusciremo a costruire, a partire già da questi primi alloggi (quindi dalla prima fase). Questa proposta è stata però rifiutata».

L’Avalokita entra poi nell’aspetto religioso: «il nostro è un centro laico; l’insegnamento spirituale che seguiamo è anzitutto uno stile di vita, al quale aderiscono persone di ogni provenienza religiosa. Molti di noi sono cattolici praticanti: ad esempio, a Natale alcuni hanno partecipato alla santa messa nella chiesetta di Villa Rossi. Per inciso, le quattro persone che risiedono nel centro sono tutte italiane, provenienti da Roma, Genova e Torino…». Il riferimento è alla Destra, che ha sollecitato più attenzione per gli italiani rispetto agli stranieri, appoggiando in pieno la linea di De Rosa, che ha annunciato la revoca della variante al Prg collegata all’accordo di programma e un esposto alla corte del Conti contro la precedente amministrazione. I componenti dell’Avalokita si dichiarano «turbati dal clamore»suscitato dall’articolo del Centro ricordando che «abbiamo sempre cercato di agire con tranquillità e nella reciproca comprensione», «evitando deliberatamente di adire a vie legali e rivolgendoci con fiducia alla Provincia».

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