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Chiodi, accuse contro Mastromauro
Giulianova snobbata: la lite su Facebook tra il sindaco e il governatore
GIULIANOVA. Il sindaco Francesco Mastromauro ed il presidente della Regione Gianni Chiodi ai ferri corti. Questa volta la lite corre su Facebook: non sono piaciute al primo cittadino le affermazioni del governatore, fatte sulla propria pagina personale del social network, in risposta alle critiche di Mastromauro che aveva accusato Chiodi di snobbare Giulianova e sanità locale.
Le "frecciate" tra i due sono cominciate quando il sindaco ha lamentato come l'ex primo cittadino teramano, più volte invitato a toccare con mano i problemi della sanità giuliese, non si sia mai degnato di intervenire nè di avvisare circa l'impossibilità di raggiungere l'ospedale per una visita di cortesia. «Questo sindaco non me la racconta giusta», ha scritto Chiodi sabato, utilizzando Facebook per rispondere alle accuse, «quando ero sindaco non mi sono mai permesso di "convocare" un presidente di regione senza prima averlo contattato personalmente per eventualmente concordare una data compatibile con i suoi impegni. La scorrettezza istituzionale è tutta del sindaco e la sua finta indignazione puzza di zolfo».
Mastromauro non ha trattenuto la propria indignazione, definendo ironicamente la mossa di Chiodi un atto «da vero gentleman». «Intanto lo stile usato dal presidente Chiodi non mi sembra elegante ed istituzionalmente scorrettissimo», sostiene Mastromauro, sottolineando come le richieste fatte pervenire al governatore nelle quali lo si invitava a visitare l'ospedale cittadino e la rsa della Piccola Opera Charitas, fossero state inoltrate tenendo conto del rispetto istituzionale e dei giusti criteri.
«Non mi sembra proprio che io abbia "convocato" il presidente: ho semplicemente, e molto rispettosamente, chiesto di valutare la possibilità di un incontro», si difende Mastromauro, «sono stato ineducato? Anche in questo caso lascio giudicare gli altri quanto a stile ed educazione. A questo punto devo ammettere che una puzza di zolfo in effetti c'è, ma certamente non viene dalle parti di Giulianova. Città, e lo ribadisco, che per il nostro eccellentissimo presidente della Regione forse è nelle Marche, tanto da non meritare una risposta nemmeno via mail, che indubbiamente richiede meno tempo ed impegno rispetto alle sue amene esternazioni su Facebook».
Le "frecciate" tra i due sono cominciate quando il sindaco ha lamentato come l'ex primo cittadino teramano, più volte invitato a toccare con mano i problemi della sanità giuliese, non si sia mai degnato di intervenire nè di avvisare circa l'impossibilità di raggiungere l'ospedale per una visita di cortesia. «Questo sindaco non me la racconta giusta», ha scritto Chiodi sabato, utilizzando Facebook per rispondere alle accuse, «quando ero sindaco non mi sono mai permesso di "convocare" un presidente di regione senza prima averlo contattato personalmente per eventualmente concordare una data compatibile con i suoi impegni. La scorrettezza istituzionale è tutta del sindaco e la sua finta indignazione puzza di zolfo».
Mastromauro non ha trattenuto la propria indignazione, definendo ironicamente la mossa di Chiodi un atto «da vero gentleman». «Intanto lo stile usato dal presidente Chiodi non mi sembra elegante ed istituzionalmente scorrettissimo», sostiene Mastromauro, sottolineando come le richieste fatte pervenire al governatore nelle quali lo si invitava a visitare l'ospedale cittadino e la rsa della Piccola Opera Charitas, fossero state inoltrate tenendo conto del rispetto istituzionale e dei giusti criteri.
«Non mi sembra proprio che io abbia "convocato" il presidente: ho semplicemente, e molto rispettosamente, chiesto di valutare la possibilità di un incontro», si difende Mastromauro, «sono stato ineducato? Anche in questo caso lascio giudicare gli altri quanto a stile ed educazione. A questo punto devo ammettere che una puzza di zolfo in effetti c'è, ma certamente non viene dalle parti di Giulianova. Città, e lo ribadisco, che per il nostro eccellentissimo presidente della Regione forse è nelle Marche, tanto da non meritare una risposta nemmeno via mail, che indubbiamente richiede meno tempo ed impegno rispetto alle sue amene esternazioni su Facebook».
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