Cocaina, altri quattro nel mirino

Nuovi sospettati, oggi dai carabinieri i clienti del poliziotto

TERAMO. Cocaina per la Teramo bene: è un effetto domino quello provocato dall'arresto del poliziotto, della sua convivente e del calciatore. Dopo il quarto uomo finito in carcere, spuntano altri quattro sospettati.

I carabinieri del reparto operativo, guidati dal capitano Nazario Giuliani, passano al setaccio appunti, indirizzi e numeri di telefono e indagano su presunti collaboratori e pusher teramani. 

I COLLABORATORI. A cascata finiscono nei guai i presunti fiancheggiatori di Ottavio Papilj, il poliziotto di 41 anni che, per l'accusa, resta l'uomo chiave del vasto giro di spaccio messo in piedi non solo in città ma anche sulla costa.  Da tempo i carabinieri, su delega del pm Laura Colica (titolare del caso) tenevano d'occhio lui e le sue frequentazioni. Ritengono che fosse una sorta di regista del giro esistente in provincia da cinque anni e nel capoluogo da due.

Il meccanismo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, era così strutturato: il giocatore Claudio Saccia, rom giuliese, riforniva di droga il poliziotto che, con la convivente Alessia Di Eugenio, la conservava in casa propria e poi la spacciava in giro per locali notturni. Non a caso i carabinieri citano un frase riportata nella misura cutelare, dove si dice che si vedeva Papilj «girare per i locali di Teramo con la cocaina in tasca, sempre pronto allo spaccio con il marsupio al seguito e ad entrare in competizione con altri grossi spacciatori del luogo». 

I CLIENTI. I clienti sarebbero più di cento e molti sono commercianti, liberi professionisti e piccoli imprenditori.  Molti consumatori sono diventati spacciatori per pagarsi la droga. Questo, secondo i militari, sarebbe il caso di Nicola Scarpone, il 51enne disoccupato di Bellante arrestato venerdì sera sempre in esecuzione di un'ordinanza di custodia del gip Giovanni Cirillo (oggi l'uomo dovrebbe essere interrogato).

E dall'attività investigativa risulterebbe che il poliziotto induceva i propri clienti a non uscire dal giro e a consumare sempre più droga, tant'è che l'operazione è stata chiamata dai carabinieri «Sanguisuga». Sembra che la cocaina fosse tagliata con una gran quantità di mannite, per massimizzare i profitti della droga.

E' ipotizzabile che il poliziotto nei prossimi giorni chieda di essere nuovamente interrogato. Nel corso del primo interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha annuniato l'intenzione di parlare dopo aver letto gli atti che lo riguardano.

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