Collegamenti centro-università Firmato il patto ”Urban center” 

Studenti, cittadini e professionisti formuleranno proposte per un sistema di mobilità sostenibile  Il Comune e l’ateneo concordi: «È stato un errore abbandonare il progetto della cabinovia»

TERAMO. L’intesa per l’Urban center diventa operativa. Con le firme del sindaco Gianguido D’Alberto, del rettore Dino Mastrocola e del presidente dell’Azienda per il diritto allo studio dell’università Paolo Berardinelli ha preso vita l’accordo per la pianificazione d’interventi che sviluppino la mobilità sostenibile in città. L’iniziativa punta in particolare al miglioramento dei collegamenti tramite sistemi di spostamento a basse o nulle emissioni di gas tra il centro e i poli universitari di Colleparco e Piano d’Accio, ma anche verso l’ex rettorato di via Crucioli l’ex mensa di Coste Sant’Agostino, edifici per i quali sono programmati interventi di recupero e riutilizzo. Saranno studenti, cittadini, ma anche professionisti e relativi Ordini a fornire spunti e idee su come incrementare la mobilità sostenibile lungo queste direttrici partecipando alle iniziative che saranno organizzate dall’Urban center. Questo sarà costituito da due gazebo che secondo un calendario da stabilire verranno posizionati in piazza Sant’Anna e piazza Sant’Agostino per la raccolta delle proposte. Le ipotesi più apprezzate passeranno al vaglio dell’ufficio tecnico del Comune per essere trasformate in progetti. «La costituzione dell’Urban center», spiega D’Alberto, «è un tassello per mettere, non a parole ma con fatti e strumenti, l’università al centro». Il riferimento è all’obiettivo programmatico di ridare un ruolo chiave all’ateneo nel rapporto con la città. «Il tema della mobilità è centrale», sottolinea il sindaco, «ma è stato strozzato dalla decisione di far fallire il progetto della cabinovia» che avrebbe dovuto collergare il centro con il campus universitario. L’errore della passata amministrazione, a detta di D’Alberto, è stato di «chiudere il dialogo su quello strumento senza la consapevolezza che il problema della connessione tra il centro e i poli universitari esiste». L’Urban center, dunque, mira a riallacciare il confronto sull’argomento sia con l’ateneo che con i cittadini. A raccogliere le proposte saranno gli studenti che accederanno alle borse lavoro attivate dall’università per un importo di 10mila euro. «Solo qualche anno fa un rapporto così stretto con il Comune non poteva essere che un sogno», fa notare Mastrocola che evidenzia anche il ruolo fondamentale dell’Adsu nella politica universitaria e non solo come erogatore di servizi. «È impensabile dismettere il campus di Coste Sant’Agostino», osserva il rettore, «ma sono possibili iniziative che riportino l’università al centro». Secondo il rettore c’è stato «un approccio non corretto al progetto della cabinovia come strumento non solo a servizio dell’ateneo ma di un quartiere». L’attivazione dell’Urban center, dunque, servirà a promuovere interventi condivisi e partecipati da studenti e cittadini. Ad apprezzare questo metodo è Berardinelli: «L’università opera in un contesto competitivo nel quale i servizi hanno un peso determinante. La mobilità rappresenta un elemento di valutazione di qualità dell’ateneo, ma è un problema non solo per gli studenti».
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