Condannati per ricatto alla negoziante

Donna minacciata per firmare cambiali: inflitti 11 anni ai due imputati teramani

TERAMO. Condanne complessive ad 11 anni per estorsione aggravata ai danni di una commerciante: sono quelle inflitte ieri mattina in primo grado dai giudici del tribunale di Teramo in composizione collegiale. A Carlo Sorrento, 62 anni, originario di Palmi ma residente a Mosciano, la pena più pesante: l'uomo è stato condannato ad 8 anni.

Il pubblico ministero Laura Colica, titolare del caso, ne aveva chiesti sei. Tre anni e quattro mesi la condanna a Giuliano Capurri, 41enne originario di Collecorvino, ritenuto dagli investigatori l'esattore dei soldi e arrestato dai carabinieri di Giulianova proprio mentre ritirava dei soldi dalla donna. Prosciolto per prescrizione Vincenzo Sorrento, figlio di Carlo: per lui il reato di estorsione era stato derubricato in esercizio arbitario delle proprie ragioni. Un primo processo era iniziato davanti al giudice monocratico, ma successivamente proprio per l'aggravante il procedimento è passato davanti ai giudici del collegio, competente per il tipo di reato.

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri e secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, nel 2002 Carlo Sorrento e Capurri avrebbero costretto una commerciante teramana a firmare varie cambiali per un valore di circa trentamila euro per coprire un prestito inferiore che la stessa avrebbe chiesto qualche mese prima. Secondo l'accusa Carlo Sorrento avrebbe minacciato di morte la donna, costringendola a firmare le cambiali, mostrandole una pistola e un coltello a a scatto e dicendole «firmale altrimenti ti faccio fare la fine dell'altra donna che ho accoltellato». L'indagine dei carabinieri scattò dopo la denuncia della donna, stanca di sottostare alle continue richieste di soldi da parte del gruppo. Così i militari iniziarono ad indagare e organizzarono la trappola in cui cadde Capurri che venne bloccato proprio mentre ritirava i soldi dalla donna. Successivamente i militari riuscirono a ricostruire tutta la vicenda che portò altre due persone ad essere iscritte nel registro degli indagati per estorsione.

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