Confessa in carcere il prete pedofiloIl vescovo: "Grande senso di vergogna"

E' sorvegliato in cella ventiquattro ore, si teme il suicidio. Ha confessato piangendo, ha chiesto perdono. Ha ammesso le sue responsabilità, ripete che è pentito. Intanto il vescovo Michele Seccia dichiara: "Non si può chiedere di perdonare, capisco che è molto difficile»

TERAMO. Il sacerdote arrestato per violenza sessuale su una bambina piange davanti al giudice, chiede perdono e resta in carcere. E’ stato un interrogatorio di garanzia difficile quello che ieri pomeriggio si è svolto a Castrogno dove da lunedì è rinchiuso il prete indiano di 39 anni (di cui non scriviamo il nome per tutelare la minore coinvolta) accusato di molestie sessuale sulla piccola di 10 anni.

Il religioso, che è sorvegliato a vista 24 ore su 24 dagli agenti di polizia penitenziaria per il timore di un gesto suicida, ha fatto parziali ammissioni tra lacrime e attimi di disperazione, così come già avvenuto nel corso delle dichiarazioni spontanee rese lunedì al pm. Ha detto di essere andato a casa della piccola senza sapere dell’assenza dei genitori (c’era solo la sorellina più piccola), ribadendo di essersi pentito. Davanti al gip Guendalina Buccella e al pm Bruno Auriemma, il religioso è stato assistito dal legale Giovanni Gebbia. «Per il momento», ha detto l’avvocato, «preferisco non rispondere sul contenuto dell’interrogatorio. Esprimo preoccupazione per la stabilità mentale del mio cliente che è a rischio suicidio». A tradurre le parole del sacerdote, che parla poco l’italiano, c’era un interprete indiano. Per il momento il sacerdote resta in carcere: solo nei prossimi giorni il legale deciderà quando chiedere i domiciliari.

LA STORIA. Il caso, finito sulle cronache nazionale, è scoppiato a dicembre. A denunciare il sacerdote, ordinato nel 1998, sono stati i genitori della bambina. La famiglia abita in una frazione del capoluogo, la stessa in cui il sarcedote si recava la domenica per celebrare messa. Ed è stato proprio nel corso di una visita fatta il 19 dicembre che il religioso si sarebbe presentato nell’abitazione della piccola, che in quel momento era sola, e si sarebbe fatto toccare i genitali. Il padre e la madre della bambina, dopo il racconto della figlia, si sono rivolti ai carabinieri e alla Curia per denunciare. Il sacerdote, messo subito faccia a faccia con i genitori, in quell’occasione avrebbe chiesto scusa.

LE INDAGINI. E mentre le autorità ecclesiastiche lo hanno immediamente sospeso, la procura ha avviato le indagini. Indagini avvolte nel più totale riserbo, proprio per l’età della piccola. Indagini complesse e delicate portate avanti con la massima discrezione. La bambina, che è stata ascoltata dal pm alla presenza di uno psicologo, ha confermato le accuse. Successivamente il sostituto procuratore ha chiesto un’ordinanza di custodia che è stata concessa dal gip Guendalina Buccella. Ma nel frattempo il sacerdote è tornato in India per trovare la madre malata e quindi l’arresto non è stato possibile. Qualche settimana fa è arrivato il decreto di latitanza. Nel frattempo il sacerdote è rientrato in Italia. Una volta tornato a Roma è stato contattato dalle autorità ecclesiastiche, che gli hanno detto del procedimento giudiziario. Lunedì l’uomo si è presentato prima dai carabinieri e poi in procura dove gli è stata notificata l’ordinanza di custodia.