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Così il piccolo ponte perde pezzi
Teramo che non va, a rischio ogni giorno decine di automobilisti
TERAMO. Il piccolo ponte perde i pezzi. Sopra di esso passano ogni giorno migliaia di auto che entrano ed escono dalla città. Siamo all'angolo con via Averardi, sulla discesa che conduce verso il lungofiume Vezzola e via Maestri del Lavoro.
Da anni il sottopasso utilizzato da molti teramani come scorciatoia per aggirare le code, in corrispondenza del semaforo di via De Gasperi, è mal ridotto. Il ferro arrugginito spunta tra le parti staccate di muro, tra macchie di umido, tubi scoperti e crepe di varia grandezza. Passando di lì si ha quasi la sensazione che un pezzo di muro possa cedere da un momento all'altro.
Sporcizia, rami secchi e ragnatele invadono ogni angolo sottostante del ponte, dove tracce di intonaco sono ormai solo un ricordo lontano. In uno dei due lati del sottopasso, inoltre, il cartello che indica il divieto di transito ai mezzi che superano i tre metri di altezza è piegato ed illegibile. Dalla parte opposta lo stesso segnale è visibile, ma di colore sbiadito.
Per non farsi mancare proprio nulla, in quella discesa dove il passaggio di auto, in entrambi i sensi di marcia, è continuo (sbucando in via Averardi è possibile salire anche verso Colleparco), sono in bella mostra cumuli di rifiuti, tra un palazzo e il lato sinistro del ponte. Quel piccolo spazio, invaso da cartacce, fazzoletti, rami spezzati, foglie morte, sacchetti di plastica e pacchetti di sigarette, è diventato l'angolo degli incivili. Ma nessuno va a ripulirlo.
Il vecchio ponte dimenticato, sopra al quale passano migliaia di teramani, avrebbe bisogno di un urgente restyling. A pochi metri di distanza su ponte San Francesco, da alcuni giorni, sono iniziati i lavori per rimetterlo a nuovo. Dureranno tutta l'estate. Il piccolo sottopasso che collega al lungofiume Vezzola, invece, sembra in balìa dei segni causati dal trascorrere inesorabile del tempo. Quando verrà restaurato e messo in sicurezza? Gaetano Lombardino
Da anni il sottopasso utilizzato da molti teramani come scorciatoia per aggirare le code, in corrispondenza del semaforo di via De Gasperi, è mal ridotto. Il ferro arrugginito spunta tra le parti staccate di muro, tra macchie di umido, tubi scoperti e crepe di varia grandezza. Passando di lì si ha quasi la sensazione che un pezzo di muro possa cedere da un momento all'altro.
Sporcizia, rami secchi e ragnatele invadono ogni angolo sottostante del ponte, dove tracce di intonaco sono ormai solo un ricordo lontano. In uno dei due lati del sottopasso, inoltre, il cartello che indica il divieto di transito ai mezzi che superano i tre metri di altezza è piegato ed illegibile. Dalla parte opposta lo stesso segnale è visibile, ma di colore sbiadito.
Per non farsi mancare proprio nulla, in quella discesa dove il passaggio di auto, in entrambi i sensi di marcia, è continuo (sbucando in via Averardi è possibile salire anche verso Colleparco), sono in bella mostra cumuli di rifiuti, tra un palazzo e il lato sinistro del ponte. Quel piccolo spazio, invaso da cartacce, fazzoletti, rami spezzati, foglie morte, sacchetti di plastica e pacchetti di sigarette, è diventato l'angolo degli incivili. Ma nessuno va a ripulirlo.
Il vecchio ponte dimenticato, sopra al quale passano migliaia di teramani, avrebbe bisogno di un urgente restyling. A pochi metri di distanza su ponte San Francesco, da alcuni giorni, sono iniziati i lavori per rimetterlo a nuovo. Dureranno tutta l'estate. Il piccolo sottopasso che collega al lungofiume Vezzola, invece, sembra in balìa dei segni causati dal trascorrere inesorabile del tempo. Quando verrà restaurato e messo in sicurezza? Gaetano Lombardino
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