Costantini: qui i politici hanno l'impunità

Il leader dell'Idv accusa i magistrati: troppo buoni con gli amministratori teramani

TERAMO. «Qui nessuno paga». Non è lo slogan pubblicitario per i saldi ma il pesante atto d'accusa lanciato ieri a Teramo da Carlo Costantini. Il leader regionale dell'Idv con due parole, che suonano come una sfida lanciata nella città del presidente della Regione, Gianni Chiodi, denuncia una sorta d'immunità concessa dalla magistratura ai politici teramani. «In questa città ognuno fa quello che vuole», attacca, «nella consapevolezza dell'impunità più totale». Costantini descrive Teramo come un «territorio fuori dal controllo di legalità sull'operato degli amministratori pubblici».Le sue parole sono colpi di scure con un doppio effetto: da una parte mettono sott'accusa la politica locale, dall'altra puntano il dito contro i silenzi della magistratura. «Qualcuno in procura se la prenderà», afferma il consigliere, «ma questa è la situazione».

I CASI. Nell'elenco delle «mostruosità» (così le ha definite il consigliere dell'Idv) dei politici ignorate del tutto o quasi dai magistrati Costantini cita il caso dell' ex assessore comunale del Pdl, Corrado Robimarga, medico ospedaliero finito sott'inchiesta e sospeso per presunte irregolarità sul lavoro ma di recente promosso dal direttore generale della Asl Giustino Varrassi. «Se fare l'assessore è un presupposto per diventare primario», accusa, «siamo all'aberrazione». Per Costantini, quindi, siamo di fronte a un caso di lottizzazione politica della sanità. Ma il consigliere chiama in causa anche l'autoassunzione di Venanzio Cretarola, amministratore unico di "Teramo lavoro", società controllata dalla Provincia, che da qualche mese ricopre anche il ruolo di «addetto ai servizi di segreteria» con stipendio di 42mila euro. Cioè Cretarola ha assunto se stesso. Ma uno spazio nella galleria delle «mostruosità», secondo il consigliere, lo merita anche Il commissario dell'Ater Marco Pierangeli. «La Regione non gli dà la disponibilità effettiva di due milioni di euro», afferma, «ma lui li spende senza attendere ulteriori indicazioni».

IL CONFRONTO. Il paragone con Pescara, dove inchieste a raffica hanno decapitato un'intera classe dirigente è inevitabile. «In altre realtà», insiste Costantini, «queste situazioni avrebbero portato in galera qualche decina di persone». A Teramo, invece, tutto passa sotto silenzio. «Qui vengono premiati», sbotta il consigliere, «e indicati come esempi di crescita e correttezza». Per l'ex candidato alla presidenza della Regione, cioè lo sfidante di Chiodi, il vuoto di controllo è colmato dall'Idv che «svolge un importante ruolo di supplenza» nella denuncia delle aberrazioni.

LA SANITA'. Costantini considera sospetta anche l'inerzia della Asl di fronte ai dati negativi della mobilità passiva. «I teramani non si possono più curare qui», accusa, «devono andare a San Benedetto regalando soldi alle cliniche marchigiane e nessuno fa nulla». Sulla gestione della sanità locale piovono anche le critiche del consigliere comunale dell'Idv Valdo Di Bonaventura. «La creazione delle nuove unità semplici dimostra l'esistenza di un controllo politico», afferma. «Varrassi nomina nuovi dirigenti aumentando le spese a carico dei cittadini ma senza migliorare i servizi». Il caso limite, secondo Di Bonaventura, è la creazione all'ospedale di Giulianova di un reparto ad hoc per la cura nientemeno che delle emorroidi.

GLI ENTI. C'è una costante, secondo il consigliere provinciale Riccardo Mercante, che caratterizza il centrodestra ai diversi livelli di governo: «Nessun rispetto delle regole». Secondo il rappresentante dell'Idv la Provincia ha anticato la riforma degli enti locali: «E' la prima in Italia ad essere stata abolita». Sulla gestione dei rifiuti il presidente Catarra è infatti «in totale subalternità» rispetto al governatore Gianni Chiodi. E Di Bonaventura chiude: «E' fallito il piano dell'amministrazione comunale. Con il naufragio della Stu, la società di trasformazione urbana, sono saltati i principali progetti strategici».

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