Creval: nessun accordo con Banca Tercas

L’istituto precisa: in corso solo valutazioni. IlTar si riserva sulle sospensive delle multe all’ex cda

TERAMO. La Creval al momento non ha raggiunto «accordi vincolanti di alcun genere, anche di natura preliminare» in relazione a «qualsivoglia operazione» con banca Tercas, istituto in amministrazione straordinaria dall'aprile 2012 di cui detiene il 7,8% del capitale. È quanto si legge in una nota del Credito Valtellinese su richiesta della Consob, a seguito di indiscrezioni divulgate da varie testate locali e nazionali. Una notizia, che a detta di esperti finanziari, avrebbe prodotto alcune ripercussioni sul titolo in borsa. Di qui la nota di precisazione in cui Creval ricorda «di aver avviato un'attività di “due diligence”, anche al fine di poter valutare la situazione complessiva del Gruppo Tercas e le prospettive della propria interessenza, ivi compresa l'eventuale sussistenza concreta dei presupposti per una possibile operazione di aggregazione».Creval aggiunge anche che la valutazione di qualsiasi operazione «resta comunque subordinata alla compiuta analisi dell'esito delle verifiche in corso che si prevede possano concludersi entro il corrente mese, e che si ritiene saranno sottoposte al Cda in calendario il prossimo 8 ottobre». Inoltre, viene precisato che «non sono state assunte determinazioni, ancorché preliminari, riguardo a eventuali operazioni di rafforzamento patrimoniale del Gruppo» legate ad un«'ipotesi di aggregazione» con Tercas.

Intanto, i giudici del Tar del Lazio si sono riservati di decidere in merito alla possibilità di sospendere o meno le sanzioni di Bankitalia a carico dell’ex cda Tercas. Il totale complessivo delle sanzioni si aggira intorno a un milione e 680mila euro per «mancanza di controlli interni e nell’organizzazione; nel governo, gestione e controllo del credito e infine per omesse comunicazioni all’organo di vigilanza».Tra i richiedenti di sospensiva anche l’ex direttore generale Antonio Di Matteo. In ogni caso, la banca centrale ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale sollevando una questione di competenza per materia che spetterebbe alla Corte d’appello e non al Tar. Il verdetto nel merito è atteso nel 2014.(fab.i.)

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