Crisi, 12mila in cassa integrazione

La Cgil lancia un nuovo allarme: Teramo ha i dati peggiori d’Abruzzo ma la Regione ignora il problema

TERAMO. Una crisi senza fondo che tocca livelli record per la provincia di Teramo con oltre 8 milioni di ore di cassa integrazione solo tra gennaio e settembre 2012 e quasi 12mila lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali. Per comprendere la dimensione del baratro nel quale è finito il sistema produttivo e occupazionale teramano basta un raffronto col resto della regione. La provincia di Teramo è prima in Abruzzo – anche rispetto al Chietino che comprende l’ampia zona industriale della Val Di Sangro – sia per numero di ore di cassa integrazione (il 34,4% del totale) che per numero di lavoratori interessati dalle misure di sostegno (31% del totale).

A denunciare la situazione con dati alla mano è il segretario provinciale della Cgil Teramo, Giampaolo Di Odoardo che nei giorni scorsi ha inviato una lettera aperta al vescovo Michele Seccia invocando una presa di posizione pubblica nei confronti delle istituzioni per sollecitare un loro impegno sulle misure anticrisi. La lettera è rimasta senza risposta ma Di Odoardo assicura «sono sicuro che a giorni il vescovo replicherà» e poi incalza: «questa situazione è ormai insostenibile per le famiglie teramane, sono sempre più quelle che vivono sotto la soglia di povertà e ormai il problema non è arrivare a fine mese ma affrontare la quotidianità». I numeri a proposito parlano chiaro e ad allarmare è soprattutto il dato sulla cassa integrazione straordinaria che sfiora i 5 milioni di ore e riguarda per la maggior parte l’industria: per molte aziende questa misura è l’anticamera della chiusura e quindi del licenziamento dei lavoratori. E la Cgil prevede per fine anno il raggiungimento di ben 11 milioni di ore di Cig totale.

«Dietro questi numeri ci sono decine e decine di famiglie in difficoltà, senza parlare dei precari, o degli imprenditori che vedono finire la propria storia, la crisi sta colpendo davvero tutti i settori», spiega Di Odoardo «regge solo l’industria agroalimentare, per la prima volta anche tanti nel mondo del commercio hanno fatto richiesta della cassa integrazione, il tessuto produttivo della provincia ormai si sta disintegrando». Secondo Di Odoardo la crisi del Teramano è un caso limite che andrebbe affrontato con misure e stanziamenti straordinari. «Ma la giunta regionale preferisce pensare ai collegi elettorali più che alle aree di crisi», accusa il segretario Cgil «le aree individuate sono troppe e così si rischia di disperdere le risorse, non è di certo una guerra tra poveri ma la regione avrebbe dovuto fare una scelta e investire nelle aree che ritiene più strategiche».

Di Odoardo si chiede poi quale sarà il destino dei 600 milioni di fondi Fas destinati all’Abruzzo e in attesa di essere assegnati: «Al ministero ci sono tutti i giorni incontri per le aree di crisi, quando verrà il nostro turno? La Val Vibrata è il polmone produttivo della nostra provincia, è stato firmato il protocollo ma i soldi non arrivano. E poi non vengono a dirci che stiamo per uscire dalla crisi perché si vede la luce in fondo al tunnel, temo purtroppo che sia solo un tir che ci sta venendo addosso».

Barbara Gambacorta

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