Delitto di Intermesoli pensionato ucciso con 7 bastonate tutto porta a un amico

A due settimane dall’omicidio di Renato Bellisari, massacrato nella sua casa, le indagini si concentrano su un uomo che lo avrebbe colpito per impossessarsi dei soldi

PIETRACAMELA. Chi ha ucciso sapeva di trovare soldi e conosceva bene Renato Bellisari. A due settimane dall’omicidio del pensionato 77enne massacrato con sette bastonate in testa nella sua casa di Intermesoli, dinamica e tempistica di un delitto prendono forma nei tanti atti di un’indagine complessa e sfaccettata.

Che ormai ha definitivamente imboccato una sola pista: quella di un conoscente, di un uomo che la vittima incontrava spesso. Certo ora gli indizi devono diventare prove e questo stanno cercando di fare investigatori e inquirenti. Per farlo attendono i risultati di alcuni esami affidati agli esperti del Ris, il raggruppamento investigazioni scientifiche dei carabinieri.

Lentamente ogni tessera trova il suo posto nel puzzle: dal movente economico alle telefonate che nel giorno del delitto sono arrivate sull’utenza fissa della vittima (che non aveva cellulare) fino a due importanti testimonianze. Che sono quelle di alcuni cittadini del posto che hanno catturato immagini e particolari che nella ricostruzione di questo delitto si sono rivelate determinanti. Perchè solo chi conosceva bene la vittima sapeva che in quei giorni, così come faceva spesso, l’uomo si muoveva con alcune migliaia di euro nel portafogli (tra duemila e tremila euro).

E’ certo che chi ha ucciso, molto probabilmente con il bastone di una scopa o con uno degli arnesi da camino usati per ravvivare il fuoco, si è impossessato dei soldi e delle chiavi del piccolo alloggio che sono sparite. Intanto stanno per rientrare gli esami fatti dai Ris, gli esperti del raggruppamento investigazioni scientifiche, sull’orma impressa nel sangue e trovata sul pavimento della cucina dell’abitazione. Secondo gli investigatori è quella lasciata dall’assassino nella fuga.

Qualche impronta la suola sporca di sangue potrebbe averla lasciata anche sul pianerottolo esterno dell’abitazione, ma in questo caso potrebbe essere stata lavata dalla violenta pioggia caduta nel pomeriggio del giorno del delitto. Proprio per questo tutta l’area esterna è stata visionata dai Ris con l’esame del Luminol che consente di individuare la presenza del sangue anche se apparentemente sparito. Gli esperti del raggruppamento investigazioni scientifiche, che per due giorni hanno passato al setaccio non solo la casa di via Baracca ma anche tutte le stradine del piccolo centro di montagna, hanno portato via più di cento reperti tra cui anche alcuni bicchieri, un posacenere e dei vestiti. Tutto materiale che in queste ore è all’esame degli esperti del Ris anche per trovare eventuali tracce di Dna diverse da quelle della vittima.

E i primi risultati saranno fondamentali per imprimere una svolta alle indagini.(d.p.)

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