Delitto Rea, la scrittrice Murgia: “Nella sentenza vera vittima è Parolisi”

“E’ Melania Rea che è morta, ma nelle motivazioni della sentenza la vittima alla fine è Salvatore Parolisi. Che brutta storia ha scritto, signora giudice”. Si conclude così l’intervento della scrittrice Michela Murgia, pubblicato oggi su La Stampa, sulla sentenza con cui il giudice Marina Tommolini ha condannato all’ergastolo Salvatore Parolisi

TERAMO. “E’ Melania Rea che è morta, ma nelle motivazioni della sentenza la vittima alla fine è Salvatore Parolisi. Che brutta storia ha scritto, signora giudice”. Si conclude così l’intervento della scrittrice Michela Murgia, pubblicato oggi su La Stampa, sulla sentenza con cui il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Teramo Marina Tommolini ha condannato all’ergastolo il caporalmaggiore dell’Esercito Salvatore Parolisi, accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea nell’aprile del 2011.

“Salvatore Parolisi è stato condannato per l’omicidio di Melania Rea? Dipende dai punti di vista”, sostiene la scrittrice, che sostiene invece che le motivazioni della sentenza, rese pubbliche da pochi giorni, raccontino piuttosto “un’assoluzione civile”, quella di Salvatore Parolisi. La Murgia esamina le motivazioni del gup da un punto di vista letterario, sostenendo che se la sentenza fosse un romanzo ci sarebbe un omicida che appare “una figura fragile e deviata, preda di incontrollabili istinti ma sottomessa e vessata dalla personalità forte di una moglie che lo vessava di continuo” mentre Melania secondo la scrittrice viene descritta “come un’Erinni”.

Sulla ricostruzione del movente, poi, la Murgia sostoene che “persino il lettore di gialli di serie B riterrebbe fuori luogo che nel 2013 il rifiuto di Melania ad avere rapporti sessuali in una situazione come quella venga raccontato come “l’ennesima umiliazione inferta al marito””.