Di Bonaventura: Varrassi deve dimettersi

Il manager assume suo nipote alla Asl, ma Venturoni lo difende: è solo una caccia alle streghe

TERAMO. Varrassi assume Varrassi. L’assunzione come radiologo all’ospedale di Sant’Omero del nipote del direttore generale, Marco Varrassi, fa discutere. La notizia è stata diffusa dal capogruppo regionale dell’Idv Carlo Costantini (anche se in un primo momento sosteneva fosse il figlio) che l’ha fortemente criticata. E’ questo un argomento che divide. Ieri sull’assunzione di Varrassi junior ci sono state due prese di posizione diametralmente opposte. Da una parte di Valdo Di Bonaventura (consigliere comunale dell’Idv) che chiede le dimissioni di Giustino Varrassi, la seconda del capogruppo regionale del Pdl Lanfranco Venturoni che lo difende a spada tratta. «Ma siamo impazziti?», dichiara l’ex assessore regionale alla sanità, «questo è un clima di caccia alle streghe: uno non può lavorare in Abruzzo solo a causa del proprio cognome o delle prorpie parentele? Questo è un decadentismo culturale che fa paura, non si ragionava così nemmeno ai tempi della Santa inquisizione. Capirei se si ragionasse sulla professionalità, se Varrassi avesse assunto l’ultimo in graduatoria, ma non è così».

Di Bonaventura invece parla del peggioramenteo dei servizi nella Asl, dalle lunghe liste di attesa, alla fuga di medici, ai disagi per gli accorpamenti estivi «mentre il governatore Chiodi si dedica al suo sport preferito, dichiarare ai quattro venti di aver risanato il bilancio della sanità regionale». «L’attività del direttore generale sta portando sempre di più l'ospedale Mazzini a uno sfinimento. A fronte di questi insuccessi indiscutibili assistiamo ad una politica sanitaria che invece di promuovere buona sanità si distingue per assunzioni, promozioni ed esternalizzazioni clientelari o comunque discutibili. Potremmo ricordare la promozione di tanti colleghi consiglieri, l'esternalizzazione del nuovo Cup, la gestione delle cooperative, l'esternalizzazione del servizio antincendio. Non ultimo e non meno grave è il caso venuto alla ribalta circa l'assunzione del nipote, senza nulla togliere alla bravura dello stesso, è evidente che, ai nostri occhi e non solo ai nostri, tale assunzione non può che rappresentare l'ennesimo schiaffo al rispetto delle regole alla decenza. A fronte di tutti i disastri c'è una sola strada: "dimissioni", altro che riconferma».(a.f.)

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