Disastro colposo sul fiume Vomano

Sott'accusa l'Enel per le piene artificiali che hanno stravolto l'alveo

PINETO. Fiume Vomano, è disastro colposo. Piene artificiali causate dalla diga dell'Enel e tonnellate di ghiaia tolte e mai rimesse hanno eroso i pilastri dei ponti, creando una situazione di grave pericolo e lo stravolgimento dell'alveo.

Così dice l'inchiesta aperta dal pubblico ministero Stefano Giovagnoni, vicinissima alla svolta. Prima della fine del mese, la procura infatti iscriverà i primi nomi sul registro degli indagati. L'ipotesi di disastro colposo riguarda dirigenti dell'Enel, la società che gestisce sia la diga di Montorio che lo sbarramento in Val Vomano. Entrambi sono finite nel mirino di un consulente tecnico d'ufficio che, nella sua circostanziata perizia, consegnata al pm, individua tre cause principali che mettono in pericolo il fiume Vomano.

Le piene artificiali, frequenti e non programmate, innescate dall'apertura delle paratie della diga; le enormi quantità di ghiaia prelevate sul corso del fiume, spesso rubate; il mancato ripascimento della stessa ghiaia: sono questi, per l'esperto, i tre fattori chiave che si traducono in ipotesi di reato perché, di fatto, hanno aumentato la velocità e la forza d'urto dell'acqua che, non trovando più mezzi d'attrito, è scesa a valle trasportando rifiuti e tronchi, erodendo e lesionando i pilastri dei ponti che attraversano il Vomano, inondando la foce di grandi quantità di materiale e facendo fuggire chissà quanti turisti.

Proprio una situazione di emergenza di questo tipo, in piena estate del 2008, ha spinto il sindaco di Pineto, Luciano Monticelli (pronto a chiedere i danni ai responsabili), a inviare alla procura l'esposto che ha innescato l'inchiesta per disastro colposo, condotta dalla Forestale, e che, tra pochi giorni, taglierà il primo traguardo: gli avvisi di garanzia solo per chi ha deciso l'apertura della diga perché chi ha rubato camion di ghiaia resterà misterioso.

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