Ecco la tomba dell'eroe dei Pretuzi

Nuovi allestimenti nella necropoli di Campovalano e al Museo archeologico di Campli

Scoprire l'Abruzzo attraverso la sua storia. Per la Settimana della Cultura il Museo archeologico nazionale di Campli si veste di nuovo: sale arricchite di reperti inediti e pannelli didattici rinnovati. E nella vicina necropoli riaperta al pubblico il tumulo di un re pretuzio che diventerà multimediale. Ieri pomeriggio si è tenuta l'inaugurazione del nuovo allestimento, realizzato con il contributo della Fondazione Tercas.

Il museo, ospitato in un ex convento francescano risalente alla fine del XIII secolo e aperto nel luglio del 1988, raccoglie i reperti della vicina area archeologica di Campovalano.

L'area è sede di una vasta necropoli composta da oltre seicento tombe appartenenti a un periodo compreso tra la fine dell'età del bronzo (XIII-XII secolo a.C.) e la conquista romana (II secolo a.C.).

I primi scavi in zona risalgono agli anni Settanta e se la maggior parte dei ritrovamenti è conservata nel Museo di Campli, altri reperti sono visitabili al Museo archeologico di Teramo e al Villa Frigerj di Chieti.

La struttura di Campli raccoglie reperti riconducibili per lo più a due periodi storici: tombe e corredi del VII secolo e del V a.C.

Di particolare rilevanza sono due tombe: quella indicata con il numero 2, risalente al VII secolo a.C. (e riprodotta anche nel parco archeologico con il tumulo multimediale, la ricostruzione della tomba così com'era), che contiene la salma di un re pretuzio e un ricco corredo funerario e la tomba numero 604 del IV secolo a.C. appartenente a una donna sicuramente di nobili natali visti i monili ritrovati accanto ai resti, un bracciale celtico, una collana d'oro e un bracciale d'avorio.

Nel nuovo percorso, sebbene entrambi i periodi storici siano stati arricchiti di ulteriori elementi, l'intervento più massiccio ha riguardato il V secolo al quale sono state dedicate due nuove sale.

«La particolarità di questa struttura», ha spiegato durante l'inaugurazione il direttore del Museo di Campli, Glauco Angeletti, «è che si possono ammirare sia reperti nelle vetrine, che vere e proprie ricostruzioni di tombe». Inoltre l'aggiornamento dei pannelli didattici, completati nei contenuti e resi bilingue (in italiano e in inglese), ha reso di fatto il museo fra i più all'avanguardia della regione.

«Dimmi com'è la tua tomba e ti dirò chi sei: gli scavi nella necropoli di Campovalano offrono una chiave di lettura non solo sulle origini più o meno nobili dei defunti deposti, ma anche sulle trasformazioni della società e dei suoi usi e costumi», ha sottileato Vincenzo D'Ercole, direttore del museo fino allo scorso anno. Così la tomba numero 63, appartente al primo periodo, VII-VI secolo a.C., il più ricco della necropoli, contiene un'anfora dove viene raffigurato un cavaliere che va a caccia. Del mondo pretuzio abbiamo poche immagini umane, il ritrovamento è dunque importante per mostrare la società di allora. Una rappresentazione della società viene anche da un vaso della tomba numero 2, su cui si vedono animali e sedici figure di guerrieri a piedi, allineati e in divisa (ossia muniti di elmo, scudo, spada e lancia) come in una parata militare.

Ciò significa che allora esisteva uno Stato organizzato capace di fornire ai soldati un equipaggiamento omogeneo, e che si utilizzavano, come fra i greci, le fanterie.

Fra i ritrovamenti più significativi di questo periodo va senzaltro annoverata una pisside, sorta di calice munito di coperchio, ritrovata nella tomba 100 e con l'incisione di una scritta ritenuta fra le più antiche di tutto l'Abruzzo. Altro pregevole reperto è uno scarabeo in ceramica invetriata rivenuto nella tomba 47, appartenente a un bambino.

Al V secolo e all'età di Pericle risalgono invece le tombe numero 1 e numero 42, alle quali è dedicata una stanza. Gli scavi hanno portato alla luce oggetti etruschi, di ceramica attica, provenienti cioè da Atene o fabbricati dagli etruschi con maestranze greche, e poi bracciali in vetro, tipicamente celtici, e i primi monili in argento. Inoltre fanno la loro apparizione i primi passini, una sorta di filtro per le bevande: in questo periodo storico infatti si assiste al passaggio dalla monarchia alle piccole repubbliche e i banchetti diventano uno strumento importante per ottenere il consenso sociale e il potere. Info e prenotazioni visite 0861.569158.

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