Edison la perseguita per una bolletta che non deve pagare

“Robin Hood” racconta il caso: il gestore riconosce l’errore ma poi stacca la luce alla donna e la subissa di lettere e sms

TERAMO. Bersagliata da due raccomandate in media a settimana, più svariati sms sul telefonino. Non è una donna oggetto di stalking da un ex fidanzato, ma è una cliente, anzi ormai ex, di una società che distribuisce gas e luce. La storia fra M.R. di Teramo e l’Edison, la racconta Pasquale Di Ferdinando dell’associazione per la tutela dei consumatori “Robin Hood”. «La signora aveva un contratto luce e gas con l'Edison», spiega, «le fatture non arrivavano, per cui lei ha deciso di cambiare operatore. Ma poi l’Edison ha iniziato a fatturare su 1.323 metri cubi di gas, corrispondenti a 1.400 euro. Ma il consumo non era reale: c’erano 1.032 metri cubi in più. L’utenza in questione, infatti, è per una casa al mare, a Giulianova, che viene usata solo d’estate». E’ il 2012 e M.R. contesta i consumi, ma non riesce a venirne a capo. Si rivolge a “Robin Hood” nel febbraio 2013. L’associazione raccoglie la documentazione che attesta che la signora ha consumato solo 157 metri cubi di gas e il 4 febbraio scrive all’Edison segnalando la fatturazione sbagliata. L’azienda risponde il 15, confermando la correttezza della segnalazione e annunciando che provvederà al ricalcolo delle fatture.

«Attendiamo invano 40 giorni e facciamo ricorso allo Sportello del consumatore che chiede spiegazioni all'Edison, la quale assicura che entro maggio 2013 avrebbe messo a posto tutto. Non accade niente, anzi: da qualche mese la signora riceve due raccomandate a settimana dall'Edison che le chiede il pagamento di 800 euro, visto che hanno ridotto la cifra eliminando le fatture posteriori al nostro intervento. Ma c’è di peggio», aggiunge Di Ferdinando, «il garante consente, se c’è un caso di morosità per il gas, di staccare la corrente elettrica se il gestore è lo stesso. E così alla signora, considerata a torto morosa, è stata staccata la corrente. E tutta la roba che aveva nel congelatore è andata a male. Non riusciamo ancora a vedere la fine di questa storia. L'altro giorno ho passato due ore telefonando al call center che non è in grado di dare risposte». Nel frattempo almeno la fornitura di energia è stata ripristinata e le hanno dato 60 euro di indennizzo per una risposta arrivata in ritardo.

Ma la valanga di raccomandate ed sms continua. «A questo punto interesseremo il garante della privacy», conclude Di Ferdinando, «la signora sta vivendo un incubo, con disagi continui. Si pensi solo alle file alle Poste per ritirare le raccomandate, oltre allo stress che questa situazione genera. In un Paese normale se il gestore riconosce che il cliente ha ragione la faccenda è risolta. Noi invece dal call center ci sentiamo rispondere, ancora adesso, che non risulta nemmeno un reclamo».

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