Estorsione, chiesto il processo per due dirigenti di Equitalia a Teramo

Dopo la denuncia di un cittadino che ha ricevuto la cartella di un credito prescritto e annullato due volte dai giudici

TERAMO. Qualche settimana fa il gip Roberto Veneziano aveva respinto la richiesta d’archiviazione e disposto l’imputazione coatta. Ora è il pm Stefano Giovagnoni a chiedere il rinvio a giudizio per due dirigenti di Equitalia accusati di estorsione in concorso e che rischiano di finire a processo per aver notificato, secondo l’accusa, una intimazione di pagamento ad un contribuente a seguito di un credito già dichiarato prescritto in due gradi di giudizio.

Gli imputati sono Luigi Travaglini, 57 anni, di Città Sant’Angelo in qualità di responsabile pro tempore e procuratore speciale di Equitalia Centro spa area territoriale di Teramo, e Pasqualino Traini, 48 anni, di Teramo, in qualità di responsabile del procedimento. Secondo il pm, così si legge nel capo d’imputazione, «dopo che il giudice di pace con sentenza dell’8 maggio 2011, confermata dal tribunale in sede di appello, aveva dichiarato l’inefficacia del preavviso di avvio della procedura di fermo amministrativo, con minaccia, consistita nel notificare una intimazione di pagamento in relazione ad una cartella di pagamento ponevano in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere a pagare la somma di 758,69 euro entro 5 giorni dalla notifica dell’atto, pena l’esecuzione forzata e, dunque, a procurarsi un ingiusto profitto atteso che tale somma non era dovuta alla luce della citata sentenza del giudice di pace».

I fatti contestati risalgono a gennaio del 2016, con la vicenda giudiziaria iniziata dopo la denuncia del contribuente (assistito dall’avvocato Nicola De Cesare) che, dopo aver fatto opposizione contro il preavviso di fermo amministrativo notificato da Equitalia in riferimento ad una cartella esattoriale ed aver avuto ragione sia davanti al giudice di pace sia davanti al tribunale, si era visto la nuova ingiunzione. Il pm aveva chiesto l’archiviazione per gli indagati ma il gip Veneziano è stato di diverso avviso. «La vicenda ha evidenziato contorni torbidi ed inquietanti» ha scritto nella sua ordinanza, «facendo percepire al cittadino che ha subito gli effetti quanto odiosa può apparire l’arrogante protervia di chi esercita un munus publicum irridendo i principi normativi espressi dai tribunali e sovrastando l’occasionale interlocutore nelle spire inestricabili della più ottusa espressione della deteriore burocrazia». L’udienza è fissata a giugno.(d.p.)

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