Il comandante dei vigili urbani di Roseto Tarcisio Cava

Falso ideologico, la Procura:  «Processate il capo dei vigili di Roseto» 

Il comandante della polizia municipale Cava accusato per 1.023 verbali. Scatta la richiesta di rinvio a giudizio: tra un mese l’udienza davanti al giudice

ROSETO. I tempi della giustizia non sono mai quella della vita reale. E così a quattro anni dai fatti, dalle polemiche, dalle proteste, dalla nascita di un comitato di automobilisti, dall’annullamento di oltre cinquecento contravvenzioni, il caso della “Multopoli” rosetana approda in un’aula di tribunale. Il pm Davide Rosati chiede il processo per l’attuale comandante della polizia municipale di Roseto Tarcisio Cava accusandolo di falsità ideologica e nell’udienza del 22 novembre sarà il gup a decidere se rinviarlo a giudizio o disporre il non luogo a procedere.
La Procura contesta a Cava l’emissione di ben 1023 verbali tra ottobre e dicembre 2013 nei confronti di altrettanti automobilisti dopo essersi appostato in due punti a bordo della sua vettura munito di telefonino con cui filmare: al semaforo di piazza Ungheria e a quello lungo la statale 150, all’altezza di Campo a mare. Tre le tipologie delle infrazioni al codice della strada riscontrate: attraversamento dell’incrocio con il semaforo rosso, uso del telefonino al volante e guida senza cinture. Ma, sostiene la Procura nel capo d’imputazione, Cava «attestava falsamente l’impossibilità di procedere alla contestazione immediata dell’infrazione adducendo di essersi trovato “a bordo del proprio veicolo nell’opposta direzione di marcia”, mentre invece risultava che il prevenuto, in violazione delle norme di prevenzione e sicurezza stradale, aveva parcheggiato il proprio veicolo nei pressi di intersezioni stradali regolate da impianto semaforico sincronizzato e si era limitato a rilevare le targhe delle autovetture che, asseritamente commettevano le violazioni al codice della strada, omettendo di procedere all’immediata contestazione, pur potendo procedere al fermo del veicolo che circolava con direzione di marcia opposta rispetto alla propria autovettura».
Va detto che la richiesta di rinvio a giudizio arriva dopo che il gip ha accolto l’istanza del comitato che si è opposto alla richiesta di archiviazione fatta nel 2016 dalla Procura.
Dopo la notifica della raffica di verbali alcuni degli automobilisti multati avevano preferito pagare subito beneficiando dello sconto previsto dalla legge, mentre molti altri avevano dato vita al comitato presieduto da Michele Petrosino, in passato già referente dei cittadini per la questione delle multe di Canzano. E Cava, all’epoca, si era dimesso dall’incarico.
In questi anni, intanto, gran parte delle contravvenzioni, oltre cinquecento, è stata annullata dal giudice di pace e il Comune di Roseto ha rinunciato ad appellarsi. A giugno del 2015 Cava è stato assolto per il caso delle presunte multe scontate. All’epoca in 159, tra vigili ed automobilisti, vennero iscritti nel registro degli indagati e 16 finirono imputatiper truffa e falso. Un processo di primo grado ha stabilito che il fatto non costituisce reato.
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