Favori a un tecnico, imputato Silvino

L'accusa: gli ha fatto avere un contratto da 300mila euro in cinque anni

TERAMO. Aver portato un tecnico di sua fiducia dal Comune all'Ater, garantendogli uno stipendio di gran lunga superiore, potrebbe costare il rinvio a giudizio per abuso d'ufficio a Lino Silvino. Secondo la pubblica accusa, infatti, l'incarico dirigenziale che Silvino, in qualità di commissario dell'Ater, assegnò senza concorso nel 2004 all'ingegnere teramano Massimo Marcozzi dopo avergli consentito di passare dal Comune all'Ater sarebbe stato sproporzionato alle reali esigenze dell'azienda pubblica delle case popolari. Si sarebbe trattato, per la Procura, di un favore personale fatto a spese dei contribuenti e costato 300mila euro in cinque anni. Il pubblico ministero Laura Colica ha chiuso l'indagine e chiesto il rinvio a giudizio per concorso in abuso d'ufficio sia per Silvino che per Marcozzi. L'udienza preliminare si terrà davanti al gup Giovanni de Rensis il 9 novembre 2012.

L'ESPOSTO. La vicenda giudiziaria scaturisce da un esposto presentato sia alla Procura della Repubblica di Teramo che alla Corte dei conti da Marco Pierangeli, diventato commissario dell'Ater di Teramo nell'agosto 2009. Quando Pierangeli si è insediato ha evidentemente ritenuto che ci fosse qualcosa che non andava nella posizione di Marcozzi ed ha chiesto sia alla magistratura ordinaria che a quella contabile di approfondire la vicenda. Nel contempo ha revocato l'incarico dirigenziale a Marcozzi, retrocedendolo a funzionario. Contro questa dequalificazione il tecnico ha fatto ricorso al giudice del lavoro.

LA STORIA. Silvino diventa commissario dell'Ater nel 2002, nominato dalla giunta regionale di centrodestra presieduta da Giovanni Pace. Alle spalle ha una lunga carriera politica, cominciata e consolidatasi nelle file della Dc (per la quale è stato assessore comunale con i sindaci D'Ignazio e Gatti) e proseguita con l'Udc. Dopo l'Ater Silvino sarà assessore al personale nella giunta del sindaco Gianni Chiodi. Legatissimo a Pierferdinando Casini, è tuttora nell'orbita dell'Udc nonostante nel 2009 abbia rotto con i vertici provinciali del partito. Massimo Marcozzi, funzionario del Comune, è un amico di Silvino.

Che - secondo la ricostruzione degli inquirenti - nel 2004 lo porta all'Ater sfruttando la procedura della mobilità tra enti e gli affida un incarico dirigenziale a tempo indeterminato, sdoppiando il settore tecnico (che aveva già un dirigente). La combinazione di varie anomalie (nel contratto di Marcozzi non c'è il termine temporale che, in assenza di concorso, dovrebbe esserci; il settore tecnico dell'Ater diventa un "mostro" con due dirigenti e tre dipendenti; il compenso di Marcozzi quasi si triplica rispetto a quello che aveva in Comune) portano la Procura a ipotizzare l'abuso d'ufficio. Un'accusa che dovrà passare al vaglio del gup e sulla quale, peraltro, pende il rischio della prescrizione.

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