Fiume Vibrata: ecco chi scarica veleni

Vertice in Provincia sull’allarme inquinamento: 25 guardie ecologiche a caccia di immagini con la telecamera

VAL VIBRATA. Il torrente Vibrata è diventato un fiume eutrofico, con scarsa portata d’acqua, non più in grado di autofiltrarsi. E’ l’analisi negativa emersa nel vertice di ieri, in Provincia, dopo che le analisi Arta e le ispezioni lungo il corso d’acqua hanno fatto emergere un quadro inquietante sui valori batteriologici. E a farne le spese sono i comuni di Martinsicuro ed Alba Adriatica per colpa, principalmente, dei depuratori. Su questo fronte, la Ruzzo Reti (presente con una delegazione di tecnici e con il presidente Antonio Forlini) ha annunciato che sta per essere emanato un bando per la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei depuratori che consentirà interventi tempestivi e costanti 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno.

In attesa dei fondi per gli interventi strutturali sui depuratori, la Provincia ha anche dettato un’agenda di azioni per scongiurare le crisi ambientali che scoppiano durante la stagione estiva. Il modello al quale ci si ispira è il “contratto di fiume”: fare qualcosa tutti insieme ognuno per le proprie competenze, è stato ribadito nella riunione convocata dall’assessore all’ambiente e all’energia, Francesco Marconi alla quale hanno partecipato la Ruzzo Reti, l’Arta, i sindaci della Vibrata, il presidente dell’Unione dei Comuni, Umberto D’Annuntiis e il vicepresidente della Provincia, Renato Rasicci. Dalle relazioni dell’Arta, della polizia provinciale e del stessa Ruzzo si evince che i problemi del Vibrata non si risolveranno solo costruendo e delocalizzando il depuratore di Alba (nel programma del Ruzzo con un investimento Fas di circa 16 milioni). Lungo l’asta fluviale vi sono, infatti, altri piccoli depuratori comunali vecchi e mal funzionanti e ancora oggi ci sono Comuni senza depuratori che scaricano in vecchie vasche Imof. Dunque, diventa significativo il problema degli scarichi organici (sia di privati abusivi che di stalle e allevamenti). Nell’accordo di ieri, si è ribadito che i Comuni, non solo quelli della costa, dovranno agire sugli allacci abusivi con un monitoraggio sulla rete fognate e l’impegno ad emettere ordinanze per la rimozione e la chiusura di quelli abusivi. Dovranno avere un rapporto costante con l’Arta sia sui dati che sui prelievi.

La Provincia, anche con l’aiuto di 25 guardie volontarie ecologiche che inizieranno ad operare fra qualche giorno sotto il coordinamento della polizia provinciale, intensificherà i controlli sul fiume. «Non possiamo più aspettare», dichiara Marconi, «Esiste un problema ambientale e uno economico: i danni al comparto turistico, che sono diventati ingenti. I continui allarmi sull’inquinamento del mare stanno generando una cattiva pubblicità».

Alex De Palo

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