Frana una strada, devono ripararla i cittadini
Il Comune intima a un condominio di via Di Venanzo di effettuare i lavori
I residenti fanno ricorso al Tar: «Questo è un problema di incolumità pubblica»
TERAMO. Una strada frana in piena città e a farsi carico della situazione, secondo il Comune, dovrebbero essere i residenti. Accade a Colleparco, in via Gianni Di Venanzo, qualche curva sopra l’hotel Michelangelo, dove il maltempo delle scorse settimane ha fatto franare, abbassandolo di oltre due metri, un tratto di strada insieme alla via di accesso al parcheggio ad alcuni condomini. Lo smottamento è iniziato durante i giorni di pioggia intensa.
Racconta Fabrizio Antenucci, avvocato e residente nella zona: «All’inizio erano pochi centimetri, poi la frana è scesa progressivamente e temiamo che ancora non si sia fermata. Ma per l’ufficio urbanistica la colpa è nostra». Pochi giorni dopo l’inizio dello smottamento i residenti hanno infatti ricevuto una lettera del Comune che li pregava di ripristinare l’accesso carrabile al condominio, altrimenti il Comune sarebbe intervenuto addebitando poi a loro il costo dei lavori.
L’ammonizione non è proprio andata giù ai residenti, che hanno risposto alla lettera spiegando di non avere le competenze tecniche necessarie a risolvere un problema del genere che, coinvolgendo anche una strada pubblica, doveva essere preso a carico dall’amministrazione e non certo dai condòmini. «Siamo disorientati e arrabbiati», spiega Antenucci, «perché il Comune ha voluto liquidare così la questione. Che tra l’altro è di incolumità pubblica, visto che la frana minaccia le case sottostanti. Non sappiamo quanto costi un intervento del genere, non ci è stato specificato, ma non è una cosa che ci riguarda».
A ribadire la posizione del Comune è arrivata, il 4 maggio, anche un’ordinanza, oggetto “Interventi di sistemazione dell’accesso stradale al condominio Windows”, firmata dal commissario straordinario Leopoldo Di Mattia. Il provvedimento attribuisce di fatto la causa della frana al cedimento del muro di contenimento sottostante la strada, che è di sostegno alla rampa del parcheggio del condominio in questione, e intima di porre rimedio in modo urgente, entro 20 giorni, anche per l’evidente pericolo creato.
I soggetti indicati dall’ordinanza per correre ai ripari sono i residenti del condominio Windows (edificio B) e i residenti delle case sottostanti la frana, in totale una quindicina di famiglie. «È una palese contraddizione», conclude Antenucci, «se c’è un pericolo per i residenti e visto che nella frana è coinvolta anche una strada pubblica, è il Comune che deve intervenire. Stiamo preparando il ricorso al Tar per sospendere l’ordinanza: inseriremo anche i referti di alcuni tecnici e chiederemo un accertamento al tribunale. È ridicolo, si muove la collina e noi dobbiamo pagare».
Racconta Fabrizio Antenucci, avvocato e residente nella zona: «All’inizio erano pochi centimetri, poi la frana è scesa progressivamente e temiamo che ancora non si sia fermata. Ma per l’ufficio urbanistica la colpa è nostra». Pochi giorni dopo l’inizio dello smottamento i residenti hanno infatti ricevuto una lettera del Comune che li pregava di ripristinare l’accesso carrabile al condominio, altrimenti il Comune sarebbe intervenuto addebitando poi a loro il costo dei lavori.
L’ammonizione non è proprio andata giù ai residenti, che hanno risposto alla lettera spiegando di non avere le competenze tecniche necessarie a risolvere un problema del genere che, coinvolgendo anche una strada pubblica, doveva essere preso a carico dall’amministrazione e non certo dai condòmini. «Siamo disorientati e arrabbiati», spiega Antenucci, «perché il Comune ha voluto liquidare così la questione. Che tra l’altro è di incolumità pubblica, visto che la frana minaccia le case sottostanti. Non sappiamo quanto costi un intervento del genere, non ci è stato specificato, ma non è una cosa che ci riguarda».
A ribadire la posizione del Comune è arrivata, il 4 maggio, anche un’ordinanza, oggetto “Interventi di sistemazione dell’accesso stradale al condominio Windows”, firmata dal commissario straordinario Leopoldo Di Mattia. Il provvedimento attribuisce di fatto la causa della frana al cedimento del muro di contenimento sottostante la strada, che è di sostegno alla rampa del parcheggio del condominio in questione, e intima di porre rimedio in modo urgente, entro 20 giorni, anche per l’evidente pericolo creato.
I soggetti indicati dall’ordinanza per correre ai ripari sono i residenti del condominio Windows (edificio B) e i residenti delle case sottostanti la frana, in totale una quindicina di famiglie. «È una palese contraddizione», conclude Antenucci, «se c’è un pericolo per i residenti e visto che nella frana è coinvolta anche una strada pubblica, è il Comune che deve intervenire. Stiamo preparando il ricorso al Tar per sospendere l’ordinanza: inseriremo anche i referti di alcuni tecnici e chiederemo un accertamento al tribunale. È ridicolo, si muove la collina e noi dobbiamo pagare».