Giulianova, Beccaceci spiega il suo addio: «Cerco nuove imprese»

Il noto ristoratore abruzzese da oggi è a Londra. Ma conoscenti rivelano: potrebbe anche tornare e riaprire presto

GIULIANOVA. Potrebbe essere un arrivederci e non un addio quello di Andrea Beccaceci, che ieri ha ospitato gli ultimi clienti ed ha già il volo prenotato per Londra, dove lo attende un incarico di consulente. Secondo alcune persone vicine al titolare dello storico ristorante l’assenza dalla piazza giuliese potrebbe durare anche solo alcuni mesi per poi ripartire con entusiasmo rinnovato: dipenderà, quasi certamente, da come andrà il nuovo lavoro in Inghilterra. Del resto, già una volta il celebre locale è rinato dalle proprie ceneri. Un fermo forzato che in molti non sanno si verificò nel 1977, esattamente quaranta anni fa, quando il ristorante allora di Carlo Beccaceci, papà di Andrea, ricevette la visita dei ‘soliti ignoti’ che, dopo aver ripulito la cassa, diedero fuoco al locale probabilmente per non lasciare tracce o forse per un semplice, inspiegabile dispetto. L’assicurazione coprì solo la tinteggiatura delle pareti. Carlo non si perse d’animo ed avviò subito una veloce, efficace e moderna ristrutturazione.

Sul sito roseto.com, in un’intervista rilasciata a Luca Maggitti, Andrea Beccaceci si dice comunque dispiaciuto per la scelta di lasciare l’attività giuliese e racconta come sia maturata la decisione di trasferirsi nel Regno Unito. Il tutto sarebbe iniziato da una consulenza che gli è stata richiesta da una società attiva nella ristorazione italiana all’estero. E’ stata questa prima consulenza a fare da apripista. Dopo i primi contatti gli interlocutori londinesi gli hanno proposto di stabilirsi oltremanica per lavorare con il loro gruppo. E Andrea ha deciso di accettare senza rimanere a casa ad attendere impassibile la fine di una lunga carriera. Dice nell’intervista: «Non avendo continuità nei figli, ho capito che sarei stato comunque io l’uomo che avrebbe dovuto scrivere la parola fine su una storia molto lunga, gloriosa e piacevole. Mi sono reso conto che, dopo 35 anni passati professionalmente qui a Giulianova, avrei dovuto riprogettare qualcosa che comunque entro 10, massimo 15 anni, avrebbe avuto una fine».

Ma nel trasferimento a Londra c’è anche il ricongiungimento con un figlio che lavora nella City e con un nipote pure lui nella ristorazione. Per il ristoratore, così spiega a roseto.com, «nessuna attività basata sulle persone, sui loro sentimenti e sulle loro capacità è eterna. Le storie cambiano, si evolvono e Beccaceci non fa eccezione. Il nome Beccaceci, mi permetto di dire, continua nella mia curiosità e nel mio operato, con la voglia che ho di misurarmi in nuove imprese e nella voglia di vivere anche realtà diverse, perché ritengo di avere ancora almeno 15 anni di produttività estrema».

Alfonso Aloisi

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