Giulianova, licenziati i 52 dipendenti Sogesa

Atto finale per la società ex braccio operativo del Cirsu. Si spera nell’intervento di alcuni imprenditori

GIULIANOVA. La storia della Sogesa, ex braccio operativo del Cirsu, giunge ad un punto di non ritorno: la curatela fallimentare ha disposto il licenziamento dei 52 operai un tempo impiegati nel polo tecnologico di Grasciano. L'ufficialità del provvedimento è arrivata nel pomeriggio di martedì, nel corso di una riunione in Provincia alla quale hanno preso parte il presidente Renzo Di Sabatino, i sindacati e il curatore fallimentare della Sogesa Angiolino Di Francesco.

Nonostante il mancato accordo fra le parti, i rappresentanti della società fallita nel 2012 hanno decretato il licenziamento di 42 operai del settore industria, per i quali dovrebbe aprirsi la procedura di mobilità, e di altri 10, inquadrati con il contratto dei servizi, destinati direttamente alla disoccupazione. Fra questi 52 lavoratori, ve ne sono 21 che sono attualmente occupati nel ciclo della lavorazione dei rifiuti (18 nel polo di Grasciano, 3 nel servizio porta a porta del Comune di Bellante), ma il loro contratto è comunque a tempo determinato, e non si sa se e quando, nella struttura del Cirsu, verranno riassorbiti altri lavoratori. Nella riunione svoltasi nel palazzo della Provincia, però, sono emersi dei punti che potrebbero rappresentare, con le dovute cautele, una piccola speranza per i lavoratori ex Sogesa. Di Sabatino ha infatti parlato della necessità di programmare un futuro lavorativo per gli impianti di Grasciano e per le maestranze, e che tenga fede degli accordi assunti mesi fa in prefettura, inerenti il riassorbimento di oltre il 70% degli operai ed il rilancio degli impianti.

Per ciò che riguarda i macchinari e le strutture presenti nel polo del Cirsu, vi sarebbero degli imprenditori interessati a rilevare porzioni di impianti: ciò agevolerebbe la ripresa della lavorazione dei rifiuti ed il reintegro degli ex Sogesa. Di Sabatino avrebbe anche parlato della necessità di costituire una società unica che si occupi della raccolta, gestione e trattamento dei rifiuti in tutta la provincia teramana; insomma, una specie di nuova Sogesa che opererebbe con il Cirsu, ma tale progetto, per il momento, resta solo un'ipotesi.

I lavoratori intanto si dicono pronti ad impugnare i licenziamenti collettivi: i rappresentanti della rsu aziendale – Domenico Daniele, Gianni Ciminà e Fausto Contrisciani – e i segretari dei sindacati di categoria dell Cgil, Pancrazio Cordone, e della Cisl, Serafino Masci, hanno contestato la decisione assunta dai responsabili della Sogesa, dichiarando che gli operai continueranno a lottare per il proprio posto di lavoro. Le maestranze sono preoccupate dal fatto che, come più volte confermato dai rappresentati del Cirsu, il riassorbimento dei lavoratori nel polo tecnologico è legato unicamente alla piena operatività di Grasciano. In pratica, le possibilità di reintegro dipendono dal numero di Comuni che conferiranno i propri rifiuti nell'impianto del Cirsu e dall'utilizzo degli ex Sogesa nel servizio porta a porta da parte di centri come Roseto, che non hanno ancora attivato la raccolta dei rifiuti a domicilio su tutto il territorio comunale.

Sandro Petrongolo

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