Giulianova, pittrice morta: un altro testimone smentisce i Santoleri 

Una persona afferma a "Chi l'ha visto?" di avere sentito il figlio Simone litigare con una donna alle 4 del pomeriggio del 9 ottobre

GIULIANOVA. Spunta un’altra testimone che mette in dubbio la ricostruzione degli eventi finora fornita da Simonee Giuseppe Santoleri di quel pomeriggio del 9 ottobre scorso quando sparì da Giulianova Renata Rapposelli, la pittrice di 64 anni il cui cadavere è stato trovato un mese dopo nelle campagne di Tolentino. Secondo quanto riferito nella puntata di mercoledì sera della trasmissione “Chi l’ha visto?, una persona che frequenta la palestra il cui ingresso è nel cortile dove si affaccia anche la casa dei Santoleri ha detto di aver sentito Simone litigare con una donna intorno alle 4 del pomeriggio del 9 ottobre. Se la testimonianza è attendibile, è fuor di dubbio che la donna con cui stava litigando Simone era la madre Renata e questo non solo non suscita alcuna meraviglia, visti i rapporti tesi fra la pittrice e i suoi familiari, ma conferma che ci fu la lite di cui hanno parlato sia il figlio che l’ex marito Giuseppe. L’aspetto rilevante di questa nuova testimonianza è l’orario: padre e figlio hanno sempre detto che Giuseppe accompagnò in macchina l’ex moglie ad Ancona, dove abitava, partendo da Giulianova alle 2 del pomeriggio, salvo poi lasciarla nelle vicinanze di Loreto perché Renata aveva espresso il desiderio di andare a pregare al santuario. Secondo la testimone, invece, due ore dopo Renata era ancora nella casa di Giulianova e, anzi, era ancora in zona almeno un’altra ora dopo se risulterà accertata un’altra importante testimonianza: quella della farmacista di Tortoreto che ha dichiarato di avere visto Renata Rapposelli alle 5 del pomeriggio entrare nella farmacia per acquistare un calmante.
A questo punto diventano due le testimonianze che smentiscono i Santoleri; gli inquirenti ritengono che quel viaggio verso Ancona non ci sia mai stato, che la dona sia sta uccisa a Giulianova o nei dintorni e poi che i due, o uno di loro, avrebbero portato il cadavere fino a Tolentino, per depositarlo sulla sponda del fiume Chienti dove è stato ritrovato un mese dopo. Un’ipotesi ancora tutta da verificare e le condizioni del cadavere, trovato quasi del tutto decomposto, non hanno aiutato molto le indagini, tanto che non è ancora possibile stabilire la causa della morte. Ieri il pm di Ancona Andrea Laurino, ha affidato al tossicologo veneziano Giampietro Frison l’incarico di esaminare i reperti prelevati dal cadavere della donna per accertare la presenza di tracce di farmaci o sostanze particolari. Il perito trarrà le sue conclusioni entro 45 giorni.
Simone e Giuseppe Santoleri sono indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere, ma per quanto la loro versione dei fatti di quel 9 ottobre faccia acqua da tutte le parti – non solo gli orari, ma anche il fatto che Giuseppe sarebbe arrivato a Loreto senza passare per l’autostrada ma sulla statale Adriatica, altra circostanza ritenuta poco credibile – non sono emersi finora elementi di prova schiaccianti nei loro confronti. (e.a.)
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