Giulianova, tenta di investire la moglie con l’auto: rinviato a giudizio

Giuliese di 42 anni accusato di maltrattamenti in famiglia per una serie di violenze fisiche e psicologiche

GIULIANOVA. Maltrattamenti, offese, minacce percosse e perfino un tentativo di investirla con la macchina. Queste le angherie che avrebbe riservato alla moglie un uomo di Giulianova, D.S. di 42 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e per questo rinviato a giudizio nel processo che si aprirà l’8 aprile prossimo davanti al tribunale di Teramo.

L’episodio più grave di cui deve rispondere è quello che sarebbe avvenuto nell’ottobre dell’anno scorso quando avrebbe tentato di investire la donna e anche l’uomo che si trovava con lei, i quali – secondo l’imputato – avrebbero avuto una relazione. Ma nel capo di imputazione formulato dal pubblico ministero Laura Colicasono numerosi gli episodi di violenza, sia fisica che psicologica, di cui il42ene giuliese si sarebbe reso responsabile. Non solo quando i due coniugi erano ancora conviventi, ma anche dopo che la dona aveva deciso di andare via di casa proprio per sottrarsi ai maltrattamenti che il marito – stando sempre alle accuse – le infliggeva quasi quotidianamente. Come quello avvenuto qualche giorno prima del tentativo di investimento, quando l’uomo sarebbe andato nel ristorante dove lavorava la moglie e l’avrebbe malmenata insultandola con frasi ingiuriose. E non si sarebbe trattenuto dal maltrattarla neanche davanti ai figli e ad altre persone, rinfacciandole la sua presunta relazione extraconiugale con l’uomo che poi avrebbe tentato di investire. Tra gli altri fatti contestati, un calcio che il 42enne avrebbe sferrato alla moglie in presenza dei figli, quando era andato a prenderli a scuola. E poi, una volta che la dona era andata via di casa, l’avrebbe seguita ovunque, molestandola in vari modi e inondandola di messaggi con i quali le chiedeva di tornare a casa. Una situazione familiare a dir poco difficile che, secondo la procura, avrebbe ingenerato nella donna un perdurante stato di ansia e di paura, oltre che un fondato timore per la propria incolumità. Accuse che ovviamente dovranno essere provate nel dibattimento davanti ai giudici.

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