Ici, la beffa bis colpisce le industrie

Terreni sopravalutati dal Comune, spunta il secondo caso di stangata sui cittadini

TERAMO. I valori "gonfiati" per il calcolo dell'Ici non colpiscono solo le aree edificabili. Anche quelle desinate a insediamenti industriali hanno un prezzo stimato dal Comune che non corrisponderebbe all'effettivo valore di mercato. E' la nuova denuncia del Pd sugli accertamenti per il pagamento dell'imposta connessi all'entrata in vigore del nuovo piano regolatore.

Il consigliere comunale Maurizio Verna ha incrociato i dati dell'ente con quelli del consorzio per lo sviluppo del nucleo industriale.
Dal confronto sono emerse una serie d'incongruenze che, a detta del rappresentante del centrosinistra, hanno comportato esborsi eccessivi per l'Ici a carico di proprietari di terreni su cui collocare nuove aziende.

LA TABELLA. Come per le aree riservate all'edilizia privata, all'orgine del calcolo ritenuto ingiusto c'è la scheda elaborata dal Comune che fissa i valori di riferimento dei terreni per il calcolo dell'imposta. La tabella fa parte di una delibera approvata dal commissario il 5 giugno del 2009, il giorno prima delle elezioni in cui Maurizio Brucchi diventò sindaco.

«In quel documento», sottolinea Verna, «il valore ai fini Ici delle aree industriali oscilla tra 41 e 75 euro al metro quadrato». Prezzi che non trovano alcuna rispondenza con quelli applicati dal consorzio, cui spetta il compito di acquistare i terreni dai privati e rivenderli alle imprese intenzionate a installarsi sul territorio.

VALORE REALE. «Le aree vengono comprate a 15 euro al metro, che è quanto incassano i proprietari», spiega il consigliere, «e cedute agli imprenditori a 25 euro». Per gli accertamenti sull'Ici sarebbero stati presi a riferimento dall'amministrazione valori che vanno da oltre il doppio a circa sei volte in più rispetto a quelli indicati dal consorzio. «Se consideriamo il dato minimo», sintetizza Verna, «un cittadino paga l'imposta su una stima di 41 euro al metro quadro ma con la vendita incassa 15 euro al metro». La sproporzione, a detta del consigliere, è dovuta a mancati approfondimenti da parte del Comune sui costi effettivi.

CASO LIMITE. L'amministrazione ha annunciato che rivedrà le stime. «Prendiamo per buona questa disponibilità», afferma Verna, «ma si tratta dell'ennesima situazione in cui, rispondendo alle nostre sollecitazioni, prima si è trincerata dietro il no e poi le ha accolte».

Il problema resta, secondo il consigliere, per tutti i proprietari che hanno già versato l'Ici relativa al periodo 2004-2010. C'è anche il caso, che ha il sapore della beffa, di chi ha pagato l'imposta ma non può costruire. «La pratica è bloccata in Comune perché nell'area mancano le opere di urbanizzazione», rivela Verna, «l'amministrazione da una parte riscuote l'Ici ma dall'altra non realizza sul territorio le infrastrutture necessarie a nuovi insediamenti».

LA PROPOSTA. Il Pd nel prossimo consiglio comunale presenterà un ordine del giorno in cui suggerisce l'abbattimento del 50% del valore indicato per il calcolo dell'Ici e il raddoppio delle riduzioni previste per particolari caratteristiche delle aree. Verna risponde a Brucchi sugli errori contenuti nel Prg. «Il sovradimensionamento del piano non c'entra nulla», conclude, «non è uno sbaglio e comunque riguarda l'aumento di volumetrie esistenti e non la retrocessione delle aree da edficabili ad agricole».

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