Il caso Piccioni arriva in Parlamento

La commissione sugli errori sanitari indaga sulla morte del giovane di Roseto

ROSETO. Il caso di Giuseppe Piccioni, il ragazzo rosetano di 28 anni morto il 13 agosto all'ospedale di Atri dopo un ricovero di oltre un mese e un intervento di appendicectomia, è finito sul tavolo della commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario. L'autopsia ha accertato che il giovane è deceduto per una intossicazione alimentare non diagnosticata.

Sulla morte del giovane la procura teramana (il titolare del caso è il pm Irene Scordamaglia) ha aperto un'inchiesta, iscrivendo quattro medici dell'ospedale di Atri nel registro degli indagati per omicidio colposo, e sequestrando la cartela clinica.

Un provvedimento, quell'inchiesta, arrivato dopo un esposto presentato dai familiari del ragazzo rappresentati dall'avvocato Claudio Iaconi. Il giovane morì senza riprendere conoscenza dal coma in cui era caduto a pochi giorni di distanza dall'aver accusato dei forti dolori addominali provocati probabilmente da Anisakis, un parassita presente nelle alici vive. Giuseppe ne aveva mangiato in un ristorante dove era stato a cena con la fidanzata il 18 luglio scorso.

Il giorno successivo si era fatto accompagnare dalla sorella al pronto soccorso di Atri, convinto che avrebbe risolto tutto in poco tempo. Ad Atri è stato operato, dopo una diagnosi di appendicite, ed è caduto in coma, seguito dalla morte cerebrale e dal decesso.
Il presidente della commissione Leoluca Orlando ha scritto al presidente della giunta regionale Gianni Chiodi, sollecitando una sua relazione sulla vicenda sanitaria del giovane rosetano.

Orlando chiede di poter acquisire da Chiodi «ogni dato utile a far conoscere lo svolgimento dei fatti, sia in merito a eventuali criticità organizzative riscontrate, sia in ordine a iniziative amministrative, sanzionatorie o cautelari assunte a fronte di eventuali responsabilità individuali». La stessa commissione parlamentare si riserva, alla valutazione della relazione, di adottare ulteriori adempimenti nel settore di competenza. (d.p.)

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